Qualità della vita per i giovani

Bata - Via Roma - Acri

La vita sociale democratica e civile ha bisogno di spazi vitali. Spazi adatti a tutte le generazioni, è questa la sfida di ogni luogo, paese o villaggio o città. Le città si distinguono per la loro vivibilità, per la qualità di tutti servizi, dei trasporti, della qualità ambientale. Il benessere della vita comune dipende sia da alcune condizioni di vita materiali ma anche dalla percezione individuale della qualità di vita. Tra le condizioni materiali rientrano il reddito, il lavoro e la situazione abitativa.

Le dimensioni non materiali della qualità di vita, invece, comprendono la salute, la formazione, la qualità dell’ambiente, la sicurezza personale, l’impegno civico e la conciliabilità tra lavoro e vita privata. Nell’indagine del Sole 24 Ore che fotografa il benessere nei territori a rimanere immutata rispetto agli anni passati è la marcata concentrazione delle province del Mezzogiorno nella parte bassa della classifica: la maglia nera, quest’anno, è Reggio Calabria, ultima tra le ultime. Dalla posizione 83 del ranking in poi, infatti, è una sfilata di territori del Sud: città metropolitane come Catania, Messina, Palermo, Napoli, Enna e Cosenza.

Al 1° gennaio del 2024, ci sono 1.197 comuni con una popolazione compresa tra 10.001 e 20.000, tra questi anche cittadine come Acri. In questi centri, gli indicatori della qualità della vita per le diverse generazioni sono più critici e alcune fasce della popolazione sono particolarmente svantaggiate. Le politiche sociali, quelle ricreative e culturali, i servizi pubblici sono spesso a svantaggio delle popolazioni giovanili che non trovano in questi posti altro luogo di ritrovo oltre la scuola e i bar.

La vera criticità dei centri minori riguarda infatti la vita sociale delle nuove generazioni, dei giovani dai 13 anni in su, per loro c’è spesso il vuoto sociale (tranne poche attività private o le parrocchie…). L’assenza o l’insufficienza di luoghi extrascolastici pubblici in cui ritrovarsi per attività che non siano studiare o mangiare (cinema, spazi pubblici di ritrovo, librerie, biblioteche, spazi sociali pubblici attrezzati) rende i più giovani molto più vulnerabili esolitari e li fa vivere, fin da ragazzi, nella trista attesa di andare via.

Molti gli spazi disponibili nelle piccole città che spesso non sono utilizzati, molte potrebbero essere le idee da sviluppare. Se ci fossero amministratori davvero illuminati e desiderosi di aumentare la qualità della vita dei piccole città questi dovrebbero dedicarsi con impegno accanito anche agli spazi culturali e creativi per i giovani: allo sviluppo di centri culturali con laboratori di teatro, musica e arti visive, alla formazione di FabLab e makerspace per attività di innovazione e tecnologia, alla promozione di Biblioteche e sale studio con aree per il coworking, allo sviluppo di spazi ricreativi e aggregativi con la formazione di centri giovanili con attività educative, sociali e ludiche, oppure spazi sociali autogestiti per iniziative indipendenti dei giovani, o anche Gaming hub per e-sports e giochi da tavolo, o spazi sportivi e all’aperto aperti a tutti e promossi per essere da tutti praticati, campi sportivi polivalenti per basket, calcio, pallavolo, oppure orti urbani e parchi attrezzati e infine spazi di formazione e lavoro con Incubatori e coworking, aule studio e laboratori professionali, caffè letterari e spazi di networking dove poter usare tecnologie innovative.

buongiorno Questi spazi favorirebbero l’incontro, la creatività e lo sviluppo personale, rispondendo alle esigenze principali delle nuove generazioni. Basterebbe poco, basterebbe una azione pubblica consapevole e amorevole a loro dedicata. Dopo tutto sono gli elettori del futuro, dovrebbe interessare il loro benesserepieno, potrebbero fare la differenza nella vita democratica di domani, e domani forse potrebbero non votare a destra e non andare via…

Assunta Viteritti

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