Il sapore della vittoria

Forte era la consapevolezza che la partita contro il Sammichele, diretta concorrente per la salvezza, sarebbe stata una gara difficile.
In effetti, i pugliesi hanno confermato sul parquet di essere una squadra molto determinata e poco disposta ad arrendersi.
Ne è scaturita una partita combattuta e vibrante. I ragazzi di Alessandro Basile hano avuto un buon approccio alla gara, riuscendo a sbloccare il risultati nel primo tempo con Mario Pagliuso.
La solita ingenuità difensiva ha portato all’espulsione di Dani Vega, facilitando di conseguenza il goal del pareggio ospite ad opera di Juanillo. Le squadre sono andate quindi al riposo con il risultato di parità.
L’equilibrio che ha caratterizzato il secondo tempo è stato spezzato da goal di Emanuele Fiore. Quando gli ospiti hanno deciso di rischiare il tutto per tutto è arrivato il goal di Galido che ha, di fatto,chiuso l’incontro.

“È stata una partita a tratti equilibrata” dichiara Angelo Franco Ferraro il preparatore tecnico rossonero. “Noi, prosegue Ferraro, eravamo concentrati e volevamo a tutti i costi la vittoria”
Dopo diciotto partite, come sta la squadra dal punto di vista fisico/atletico?
“Da questo punto di vista la squadra sta bene.”
Quanto influisce, se influisce, la pressione della lotta per la salvezza sulla tenuta atletica e mentale dei giocatori?
“Piu che a livello fisico, la pressione pesa a livello mentale. Tuttavia, noi dobbiamo essere sempre concentrati e pronti e puntare all’obiettivo che ci siamo prefissati.”

Considerando che ogni partita è decisiva, come si gestisce il recupero tra una partita e l’altra?

“Ogni calcettista è consapevole quanto sia importante fare una vita regolare. Il riposo resta sempre la migliore medicina per recuperare la stanchezza fisica e mentale,”
Lei viene dal calcio a undici e ha dedicato ben due tesi laurea alle differenze di prestazioni tra i due
sport. In questa sede può sinteticamente elencare quelle principali?

Una delle differenza più evidenti è che il calcettista in 40 minuti percorre 7 km circa, nel calcio a 11 il calciatore in 90 minuti percorre 11 km circa. Quindi è evidente che il calcettista corre di più e in minor tempo. Pensi che un grande allenatore come Beppe Guardiola, quando allenava il Barcellona, per dare intensità alle giocate divideva il campo di calcio in tanti campetti di calcio a 5.
La mia idea è che il calcio a 5 sia molto più simile alla pallacanestro, alla pallamano o addirittura alla pallanuoto. Sport in cui il giocatore appena perde palla deve andare subito al recupero per evitare che l’avversario vada in superiorità numerica. Nel calcio ad 11, invece, il recupero può avvenire attraverso i compagni di squadra anche se giocano in ruoli diversi”.

Cosa le ha fatto scegliere il calcio a 5?
“La mia è una passione “atavica”, incominciata nel 1983, quando nella palestra comunale di Bisignano abbiamo organizzato un torneo di calcio.

Mancano 4 giornate al termine del campionato, quali aspetti fisici pensa siano importanti per giocare al meglio?
“La forza in tutte le sue caratteristiche. La velocità senza trascurare la tenuta in termini di potenza aerobica che è quella che poi fa durare a lungo sia la forza che la velocità.
Ufficio Stampa Città di Acri C5

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