Deepfake, presidio degli studenti
Non c’è stato il tempo per gli adempimenti burocratici relativi alla richiesta di una manifestazione pubblica in piena regola, ma a far sentire la loro voce non hanno rinunciato.
Studenti di tutti gli istituti superiori stamattina hanno dato vita, davanti ai cancelli del Liceo Scientifico, a un presidio per richiamare l’attenzione sul fenomeno del deepfake, cioè di foto ricreate manipolandone altre con l’intelligenza artificiale. Sono migliaia quelle circolate nei giorni scorsi, con vittime tante adolescenti del luogo.
Non può e non deve essere unicamente un fatto di cronaca da trattare come tale a livello giornalistico o nelle sedi deputate ad accertare le responsabilità.
E’ una questione che investe pienamente le due agenzie educative per antonomasia: famiglia e scuola.
Questa e quella sono chiamate a fare un’analisi approfondita di quanto sta accadendo e più se ne parla meglio è.
Chi stamattina ha partecipato al sit-in avverte un’azione deficitaria della scuola. “Ci aspettavamo una presa di posizione e iniziative mirate, ma nulla di tutto questo è avvenuto”. E’ pressappoco il concetto espresso a più voci.
Sul banco degli imputati anche qualche affermazione definita superficiale di singoli insegnanti.
L’uso distorto dell’intelligenza artificiale crea problemi nuovi che, per essere adeguatamente affrontati, devono innanzitutto essere conosciuti. Questi ragazzi chiedono di essere guidati, perché un fenomeno del genere non può essere affrontato solo con le carte bollate, ma investe la persona umana in quanto tale.
Quelle foto non tolgono solo i vestiti, ma mettono a nudo le fragilità di un’età di per sé piuttosto complicata, con effetti che possono essere devastanti.
La scuola in questo può fare tanto, così come un ambiente familiare sano. La manifestazione di stamattina va esattamente in questa direzione, cercando di scongiurare il pericolo di una pericolosa sottovalutazione del fenomeno.
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