19.02.2019. Una data da rimarcare

Sei anni fa nasceva la nostra testata da un’intuizione condivisa tra il suo Direttore e chi scrive. Ricordiamo gli scambi di idee e progetti, i dubbi, le ambizioni, la nostra idea di giornalismo, il desiderio di fornire una palestra che fosse davvero aperta a chiunque. Ripensandoci oggi, ci sembra di vedere realizzati alcuni obiettivi. Tra questi sicuramente una diversa idea di confronto e un coinvolgimento ampio di collaboratori che negli anni si sono moltiplicati, come testimoniato da tante nuove rubriche.

Come non ricordare un altro obiettivo centrato: la pubblicazione e la diffusione on line di tutti i numeri del periodico che aveva smesso la pubblicazione alla fine del 2014, Confronto, al cui stile Acrinews si rifà.

Le polemiche le abbiamo rifuggite, preferendo concentrarci sui fatti, cercando di interpretarne le dinamiche, a volte semplici, altre complesse ma sempre nel rispetto della persona.

Riteniamo che uno dei motivi del successo di questa testata sia il fatto che sia aperta a tutti e chiunque può dire la sua, rispettando i principi fondamentali del confronto democratico. Un altro motivo è da ricercarsi nell’eterogeneità delle tematiche affrontate con rubriche specifiche, di cui non è sempre agevole garantire   il rispetto della periodicità. Tra chi dirige, assumendosi anche la responsabilità di ciò che si diffonde, e chi collabora vige un rapporto di sintonia e rispetto reciproco, condizione essenziale a nostro giudizio. Giunti a questo punto del viaggio, riteniamo giusto porsi una domanda di fondo: ha avuto ed ha  senso questa avventura?

Per quanto difficile sia la risposta, specie se a darla sono gli stessi che l’hanno posta, pensiamo che si possa rispondere affermativamente. Acrinews, oggi, continua da offrire a chiunque spazio per esprimersi e far conoscere le proprie idee. Era questo uno dei nostri obiettivi e, dunque, possiamo continuare ad agire cercando di migliorarci ogni giorno, nell’esclusivo interesse della collettività, che ha, oggi più di  ieri,  maggiori disponibilità di mezzi per comunicare e confrontarsi.

Massimo Conocchia