Il mondo attende trepidante l’arrivo del tycoon

Bata - Via Roma - Acri

L’insediamento del nuovo presidente USA ha messo il mondo – e l’Europa in particolare – in fermento per le possibili conseguenzesul piano interno e internazionale che una politica improntata a un nazionalismo esagerato – con conseguente viraggio verso un protezionismo estensivo – possa avere sulla nostra già fragile economia. L’Europa negli ultimi anni è stata attraversata da una sorta di torpore che l’ha relegata a un ruolo di sostanziale sudditanza nei confronti dell’America, limitandosi a un atteggiamento di bieca e cieca obbedienza.

Sul piano più strettamente economico, il letargo ha prodotto un inevitabile balzo in avanti della Cina, che ha surclassato l’Europa irrompendo nel nostro mercato con auto elettriche a basso costo, con inevitabili ricadute sulla nostra produzione, di cui la crisi dei principali marchi – a cominciare da quelli tedeschi- è la drammatica espressione. L’imposizione di dazi, che peraltro sarebbero reciproci, non servirà a frenare l’avanzata.

Le prime dichiarazioni di Donald Trump lasciano pensare a un atteggiamento decisoverso la risoluzione di alcuni conflitti in essere con un tentativo di imporre una pax romana, cioè dettata dal più forte e alle sue condizioni. Il tutto condito con una serie di dichiarazioni più o meno credibili circa mire espansionistiche e annessionistiche dal sapore a metà strada tra il delirio di onnipotenza e la provocazione.

Chi sta intorno al presidente è a sua volta espressione di interessi frazionali che spesso mal si conciliano con democrazia e autogoverno dei singoli Stati (basti pensare alle ingerenze nel nostro ordinamento, alle accuse ai giudici, di fronte ai quali la prudenza del Presidente della Repubblica non è servita ad evitare dichiarazioni forti circa l’autonomia e l’indipendenza del nostro sistema). Insomma, una serie di sfaccettature e anticipazioni che mettono giustamente in allerta.

Le attenzioni verso il nostro Presidente del Consiglio – unico ad essere inviato all’insediamento – rischieranno di trasformarsi in un’arma a doppio taglio quando Giorgia  Meloni sarà chiamata ad esprimersi ed eventualmente appoggiare politiche in netto contrasto con i nostri principi e con quelli dell’Europa.

Sarà a quel punto che la politica dei mille forni esploderà rendendo palesi le tante e antitetiche facce di un premier che ha detto e sostenuto tutto e il contrario di tutto.

Il PD, dal canto suo, anziché incalzare la Destra su tematiche come coesione sociale, welfare, giustizia, equità, attenzione alle fasce più deboli, si dimostra sempre più impantanato in un tentativo di spostare l’asticella verso il centro e, per far questo, non esita e recuperare qualche dinosauro per neutralizzare i pur timidi tentativi di un segretario che pure qualche speranza aveva suscitato in termini di recupero di un’identità di sinistra, che era  progressivamente sbiadita durante la  lunga fase del renzismo e della sua coda.

Massimo Conocchia

Bata - Via Roma - Acri

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

error: - Contenuto protetto -