Scolasticidio

Almeno 625.000 bambini della Striscia di Gaza non sono andati a scuola per il secondo anno consecutivo a causa del conflitto in corso, e 45.000 bambini di sei anni, che avrebbero dovuto iniziare la prima elementare, sono stati privati del diritto all’istruzione. L’anno scolastico è iniziato ufficialmente ma i bambini di Gaza vivono in condizioni precarie, tra rifugi di fortuna e edifici sovraffollati, dove la sopravvivenza quotidiana è la loro sola preoccupazione. Molti bambini si mettono in fila per ricevere cibo e acqua, invece di sedersi sui banchi di scuola.

Il 90% delle scuole pubbliche e tutte le università di Gaza sono state distrutte dagli attacchi israeliani e delle 41.000 persone morte a Gaza almeno 25.000 sono bambini, e circa 750 insegnanti sono stati uccisi. In risposta alla crisi, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi ha trasformato molte delle sue scuole in rifugi per sfollati, molti dei quali sono stati colpiti dai bombardamenti.

Molti studenti sono malnutriti e traumatizzati dalla guerra, e quindi non riescono a concentrarsi. Alcune università di Gaza hanno tentato di riprendere le lezioni online, ma solo quelle teoriche, poiché le attività pratiche sono state tutte sospese. L’istruzione non è solo uno strumento di conoscenza, ma un mezzo di resistenza contro il tentativo di Israele di cancellare la stessa identità palestinese. Per i palestinesi, le scuole sono sempre state luoghi di apprendimento e di preservazione culturale, ma anche spazi di attivismo politico e di lotta per la liberazione. La chiusura delle scuole a Gaza ha un impatto devastante sul futuro dei bambini.

Per i più piccoli, l’assenza di istruzione minaccia il loro sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo. Per i ragazzi più grandi, l’interruzione dell’istruzione ha aumentato il rischio di sfruttamento, lavoro minorile, matrimonio precoce e altre forme di abuso. Molti giovani sono anche a rischio di abbandonare definitivamente la scuola. Inoltre, l’incapacità di accedere all’istruzione aumenta il trauma psicologico di questi bambini, compromettendo ulteriormente la loro capacità di guarire e crescere.

Anche la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, ha subito gravi difficoltà nel settore dell’istruzione. Sebbene le scuole non siano state chiuse, la crescente violenza e le restrizioni alla libertà di movimento hanno impedito a oltre 780.000 studenti della regione di frequentare regolarmente la scuola.

La paura della violenza e le problematiche psicosociali hanno portato a un alto tasso di assenteismo, con conseguenti perdite nell’apprendimento. Per garantire che i bambini palestinesi possano tornare a scuola e che le scuole danneggiate possano essere ricostruite, è urgente un cessate il fuoco a Gaza e una de-escalation in Cisgiordania. Accademici di Gaza hanno denunciato lo “scolasticidio” in corso, una distruzione sistematica del settore dell’istruzione, e ribadiscono l’importanza di ricostruire le scuole e garantire che il sistema educativo possa continuare a sostenere la resilienza e la speranza del popolo palestinese.

Fonti utilizzate: Internazionale e Unicef

Assunta Viteritti

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