Il presidente Usa concede la grazia al figlio: un ulteriore segnale di un mondo viziato e malato

Credevamo di averne viste di ogni genere ma, francamente, il gesto del presidente uscente Biden, col quale concede la grazia al figlio, evitandogli di essere processato, è una delle cose peggiori a cui mai pensavamo di assistere.

Una politica ad uso e consumo familistico e personale, che usa senza remore il potere per garantire immunità ai propri consanguinei è un segnale pessimo. Dove sta la differenza tra il qualunquismo di Trump e il familismo di Biden?

Entrambi rappresentano due facce della stessa medaglia. Certo la politica familistica non è un’invenzione americana. A casa nostra, in tempi recenti, stiamo assistendo a un presidente del Consiglio che nomina suoi parenti ministri, a capo del partito nomina la sorella.

Tutto questo è vero ma l’aberrazione americana ci sembra molto più pesante dei guai di casa nostra. Lancia un messaggio chiaro: i miei figli non si toccano, non sono uguali agli altri e se si cerca di processarli, io intervengo garantendogli impunità. Spiegare al resto del Paese e al mondo intero che gli altri sono diversi e che si può esercitare il potere privilegiando i propri familiari, che diventano, per ciò stesso, diversi e non sottoposti alle stesse regole degli altri è impresa ardua.

Con il termine familismo, in buone sostanza, si intende – secondo una definizione riporatata da Econopoly il 10.08.2021 – “qualcosa che va ben al di là del puro e semplice amore della famiglia o alla forza e alla inscindibilità dei suoi legami interni, ma una esasperata forma di privatismo e il prevalere degli interessi familiari rispetto ai bisogni di gruppi più estesi, non costituiti da vincoli di sangue, ma che contribuiscono in modo essenziale al tessuto della socialità umana” .

Questa concezione familistica cozza ovviamente con i principi basilari di uno Stato democratico, come pure si definiscono gli USA. Eppure, quest’ultimo tassello non appare casuale né stonato nella miriade di cose folli che ci sta regalando la fine del primo quarto del nuovo secolo. La gestione Biden, più che altre, ci ha abituati a una sorta di doppiopesismo, in base al quale le orribili morti del 7 ottobre valgono molto di più delle svariate decine di migliaia vittime civili inermi (tra cui tante bambini) registrati fino ad oggi a Gaza.

Se la Corte Europea di Giustizia ha dichiarato Netaniau criminale di guerra, certo lo avrà fatto non sulla base di uno spirito antisemita ma su documentate violazioni dei diritti umani. Se Papa Francesco chiede di accertare se a Gaza sia in atto un genocidio, certo non lo ha fatto per odio o intolleranza. E l’Europa? Sta a guardare con una visione sempre più strabica e priva di ogni peso nello scacchiere mondiale, finendo per subire le decisioni americane.

L’Europa avrebbe avuto bisogno, specie in questa temperie, di un governo forte e autorevole. La Commissione appena nata, per le caratteristiche stesse con cui è nata, non pare rispondere a queste caratteristiche. Sostenuta da forze tra loro diversissime e con uno scarto minimo, rischia di impantanarsi di fronte alle prossime importanti decisioni.

Massimo Conocchia

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