Adulti
I risultati della recente indagine PIAAC (Programme for the International Assessment of Adult Competencies) dell’OCSE (che coinvolge 31 Paesi), ha rivelato un quadro preoccupante delle competenze degli adulti in Italia che presenta una grave carenza di competenze tra i suoi adulti, con punteggi ben al di sotto della media OCSE in tre ambiti cruciali: competenze di lettura e comprensione; competenze numeriche e capacità di risolvere problemi in contesti dinamici.
Nelle competenze di lettura gli adulti italiani ottengono un punteggio medio di 245 punti, al di sotto della media OCSE che è di 260. Solo il 5% raggiunge i livelli più elevati di competenza, quelli che consentono di analizzare testi complessi e trarre conclusioni basate su informazioni implicite.
Anche per quanto riguarda le competenze numeriche, l’Italia si trova sotto la media OCSE: con un punteggio di 244, rispetto alla media di 263. In questo caso, il 35% della popolazione adulta italiana (media OCSE 25%) ha un punteggio inferiore al livello 1, che indica una capacità di risolvere solo compiti aritmetici di base, come sommare e sottrarre numeri piccoli.
Nella capacità di affrontare e risolvere problemi in contesti mutevoli, l’Italia ha una media di 231 punti, inferiore alla media OCSE che è 251. Circa il 46% della popolazione adulta italiana (contro una media OCSE che è del 29%) non è in grado di risolvere che problemi molto semplici, con poche variabili e informazioni. Solamente l’1% degli italiani ha una comprensione profonda dei problemi e delle soluzioni necessarie.
Emerge una carenza significativa in competenze vitali per affrontare le sfide quotidiane e professionali in un mondo in continua evoluzione. I dati mostrano anche una crescente disparità tra coloro che possiedono competenze elevate e coloro che hanno competenze basse, e tale divario è più ampio rispetto alla media OCSE.
Questo fenomeno è evidente soprattutto tra le diverse fasce di età, dove i più giovani (16-24 anni) ottengono risultati superiori rispetto agli adulti più anziani (55-65 anni), suggerendo che la perdita di competenze cresce con l’età.
Un altro fattore di disuguaglianza è il livello di istruzione: le persone con una laurea o un titolo di studio terziario ottengono risultati significativamente migliori rispetto a coloro che hanno solo un diploma di scuola superiore o meno. Questo riflette l’importanza degli investimenti in istruzione superiore per migliorare le competenze cognitive. I risultati mostrano anche un significativo divario territoriale.
Le regioni del Nord e del Centro Italia raggiungono competenze che sono in linea con la media OCSE, mentre nel Mezzogiorno gli adulti ottengono punteggi molto più bassi. Le differenze di competenze di genere sono meno marcate nella lettura e nella soluzione dei problemi, ma persistono nella matematica, dove gli uomini ottengono risultati migliori delle donne.
L’indagine sottolinea l’urgenza di affrontare le disuguaglianze in termini di competenze in Italia. Investire nell’istruzione e nella formazione è fondamentale per colmare il divario tra le diverse regioni e gruppi di popolazione, così come è cruciale migliorare le opportunità per i giovani e per le donne nei settori più tecnici e scientifici. Natale Forlani, Presidente dell’INAPP, ha ribadito l’importanza di investire nel recupero delle aree del Mezzogiorno, che soffrono maggiormente per carenze nelle competenze cognitive.
Se non si affrontano con decisione le problematiche relative alle competenze degli adulti, in particolare nelle aree più svantaggiate e nelle fasce di età più avanzate, il paese rischia di continuare a subire un ritardo rispetto agli altri Paesi sviluppati. I livelli di istruzione condizionano molte altre cose, tra cui le scelte politiche e la cultura democratica. Adulti più competenti fanno i paesi democratici. Meditiamo.
Assunta Viteritti