Il Gioco dell’Oca: origini e simbolismo

Il periodo natalizio è ormai alle porte, le giornate diventano più fredde e buie e si è soliti riunirsi in casa insieme agli affetti più cari. Il tempo viene trascorso dedicandosi, secondo la tradizione, a vari giochi come la tombola, le carte e il classico Gioco dell’ Oca.

Proprio quest’ ultimo, considerato erroneamente un passatempo per bambini, può ritenersi un “gioco di percorso” con tanto di significato simbolico sottolineato anche dall’ occultista Fulcanelli che ne approfondisce gli aspetti nell’ opera “La dimora della filosofia”. L’ autore  evidenzia come le 63 tappe in cui ricorrono simboli fissi conducono nel “giardino dell’oca”, meta di un cammino iniziatico.

Storicamente si hanno notizie del Gioco dell’Oca  a partire dal 1580, quando Ferdinando de’ Medici lo offrì in dono a Filippo II re di Spagna che ne rimase a tal punto entusiasta da diffonderlo in tutte le corti d’Europa, ma tale passatempo fu molto apprezzato anche nel Rinascimento, periodo durante il quale vennero curati con maggiore zelo i colori ed i simboli delle caselle mentre la versione a stampa più antica che conosciamo è quella edita a Venezia nel 1640 da Carlo Coriolani.

Tuttavia, si ipotizza che un “antenato” del Gioco dell’Oca possa essere il “Disco di Festo”, opera tutt’oggi di dubbia interpretazione.

Questo manufatto fu ritrovato a Creta nel 1908 durante una spedizione italiana guidata da Luigi Pernier e si tratta di un disco in terracotta datato al 1700 a.C che presenta 241 simboli impressi sull’argilla fresca. Il disco, infatti, appare anche esso dotato di  modulo spiraliforme e numerico.

Ma si può rintracciare qualcosa di simile nei giochi degli antichi Egizi, come il Mehen (Gioco del serpente arrotolato) o il Gioco dei cani e degli sciacalli. 

Tornando all’Oca, simbolicamente le tradizioni nordiche la considerano animale totemico a dorso del quale viaggiano sciamani, streghe e fanciulli predestinati alla gloria e, per tale motivo, una lettura attenta del gioco ci mostra insegnamenti profondi: l’arte del grande viaggio che ci conduce attraverso le valli oscure della morte senza per questo smarrire la luce del ritorno all’Uno. 

L’oca è però anche collegata a Satana, poiché spesso viene rappresentato con le zampe di tale animale e dunque il gioco potrebbe racchiudere un messaggio diabolico. Forse è proprio per questo motivo che durante il ‘600 il gioco fu considerato riprovevole e proibito e venne osteggiato dalle autorità civili e religiose. Queste riuscirono a coglierne il sottile significato esoterico di un viaggio verso l’incerto guidati da una entità mistico – pagana come la Fortuna mentre il fondo del cartellone veniva utilizzato per rappresentazioni alchemiche. Ci sono voluti solo i tempi moderni per considerare il Gioco dell’Oca infantile.

C’è da tener presente che i giochi in generale erano osteggiati dalle autorità  poiché affondavano le origini nella protostoria romana quando la fortuna veniva padroneggiata da Saturno ed era dunque espressione di una volontà divina e non capriccio del caso. Addirittura per cercare di contenere le attività ludiche ritenute dannose venne stabilito, a partire dal XIV secolo, un periodo dell’anno da dedicare eccezionalmente ad esse. 

Si  iniziava a giocare con la festività di San Tommaso, patrono del gioco d’azzardo (21 dicembre), ed era considerato legale trastullarsi in viziosi passatempi fino all’Epifania.

Il ruolo della Fortuna per chi gioca con l’Oca è necessario poiché per vincere bisogna godere di una buona sorte, la struttura a spirale e claustrofobica è emblematica: se il Fato non ti assiste, ti perdi.

Le pedine sono mosse dai dadi, strumento di divinazione per eccellenza, attraverso il transito da stazioni – archetipo di contingenze ontologiche (il Ponte, la Locanda, il Pozzo, la Prigione, il Labirinto, la Morte), in un modo tale da ricordare i Tarocchi, la loro sequenza ed il loro significato, quindi,  il gioco altro non sarebbe che uno strumento di interpretazione dell’anima e della vita che procede guidata dalla nostra consapevolezza ma talvolta anche dal destino.

In conclusione è affascinante fermarsi a pensare su come le apparenze ingannino e, al di là di una prima visione superficiale, tutto  nasconde un significato nascosto, un messaggio che non è comprensibile alla moltitudine. Chi si dedicherà a scoprire il senso delle cose avrà una visione più chiara del significato di questo nostro breve viaggio terreno. Ad esempio, un semplice gioco dell’ Oca  amato e rivolto soprattutto ai bambini, forse altro non è che uno strumento per prepararli ai meccanismi del mondo reale e metafisico.

Gaia Bafaro

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