Acri, una città sempre più desolata e martoriata
In questa settimana ad Acri abbiamo assistito ad una “lotta nel fango” da parte dell’attuale classe politica nostrana.
Ho letto in questi giorni, sulle varie testate locali, una divergenza tra la consigliera Sposato e la maggioranza, causando l’uscita della prima dall’élite del sindaco. Tutto ciò, si sa, fa parte della politica, intanto la città continua la sua inesorabile discesa verso la desolazione, senza la benché minima preoccupazione di nessuno.
La città, ad oggi, a parte la solita demagogia di qualche professorino, è diventata una meta piena di disservizi e invivibile. Ormai tutti sono consapevoli che l’emblema di questa città è causato dalla cattiva gestione dell’ente comunale, il quale è privo di visioni strategiche, le cui principali cause sono riscontrabili nelle scelte inconsistenti sul piano del tessuto socio-economico della città.
Da anni, l’amministrazione comunale si trova intrappolata in una serie di decisioni confuse e provvedimenti che sfidano la logica. Le strade urbane continuano a deteriorarsi, i servizi idrici sono ormai ridotti a chiamata, mi spiego meglio: siamo arrivati a un punto di non ritorno, dove gli assessori sono costretti ad attivarsi su Facebook per informarsi sul dove e sul quando l’acqua arrivi torbida, per provvedere alla riparazione del guasto.
La città ha raggiunto livelli asfittici senza precedenti. Nonostante ciò, l’attuale amministrazione sembra impegnata a fare promesse vuote, trattando i cittadini come dei giocattoli, piuttosto che intervenire su priorità essenziali per il bene comune.
E’ vero, sono state fatte delle opere, dal mio punto di vista si tratta di mero opportunismo politico, in vista di una sempre più concretizzabile candidatura regionale, mentre la città è ormai morente, guardate il corso principale Matteotti, non c’è un anima viva neanche nel fine settimana, non si riesce a trattenere qui i tanti giovani, gli stessi che preferiscono altre mete dato che onestamente neanche più i felini s’intravedono.
C’è bisogno di un cambio di marcia, la città ha bisogno di persone serie e preparate, soprattutto perché abbiamo dato per anni fiducia a una classe politica priva di idee, attiva solo per i propri tornaconti personali, guardate anche il caso eolico di Serra la Capra, una classe politica di gente senza pudore.
Voglio chiudere il mio scritto con una breve, ma dura riflessione: bisogna mettere da parte l’egocentrismo di tutti, Acri ha bisogno di gente che dia slancio ad una città depredata di tutti i servizi essenziali, causando danni ingenti. Concludo citando una poesia del grande Julia, cercando di dare linfa a tutti: “Bella è la patria mia coi suoi vigneti, col suo vecchio castello e i suoi torrenti. Limpide son le sue fontane, e i venti sospirano d’amor per gli uliveti. Di monti coronata e di querceti sfidò l’ira dei nembi e dei potenti, culla di forti, impavidi ed ardenti, di Martiri di Santi e di Poeti …”.
Francesco Pellicorio