L’ossessionante ambizione di chi si crede superiore
E’ un polverone inconsistente dal punto di vista istituzionale e politico quello sollevato dal consigliere Franca Sposato che incapace di giustificare il suo voto con la minoranza il 14 ottobre sollevava questioni di presunta mancanza di democrazia all’interno della maggioranza consiliare, offendendo del resto tutti i colleghi e inventandosi una fiaba personale, con la quale definisce a suo dire un gruppo senza personalità al servizio di una sola persona. Le ricordiamo che noi non siamo al servizio né del Sindaco né delle nostre ambizioni ma della comunità e le opere realizzate ne testimoniano il nostro impegno. “Non chiederti cosa il tuo Paese può fare per te chiediti cosa puoi fare tu per il tuo Paese” (John Fitzgerald Kennedy).
Abbiamo una diversa concezione della funzione pubblica, questo è evidente, noi crediamo nel potere dei segni, ovvero delle opere realizzate e frutto della nostra azione amministrativa e politica al contrario di chi concepisce la funzione come mero esercizio dei segni del potere, concetti diametralmente opposti. Le discussioni in maggioranza hanno la finalità di raggiungere una sintesi sulla base del principio di uno vale uno.
Partendo dall’assunto della consigliera Sposato, ovvero, se dieci consiglieri compreso il sindaco, decidono la linea da adottare in consiglio comunale, a suo dire dovrebbero per evitare di essere tacciati di appiattimento e di subalternità assecondare le decisioni di un unico consigliere, fuori dal coro, ovvero lei e quindi a nostro avviso ha un concetto di democrazia partecipata e di condivisione del tutto singolare. Questo purtroppo per Lei non è il metodo che ci siamo dati. Contrariamente a quanto da Lei affermato le distanze nel modo di procedere da parte della consigliera Sposato hanno minato la serenità della maggioranza che più volte si è trovata a tollerare e persino a giustificare questi tipi di atteggiamenti, per questo, quando è stata ALLONTANATA dalla maggioranza nessuno le è corso dietro, stanchi del suo continuo affannarsi ad essere la prima della classe. Anche durante le consultazioni per il rinnovo del consiglio provinciale la sua ambiguità nei comportamenti ha causato forti frizioni tollerate solo per il buon senso di tutti i componenti della maggioranza. Così come non ha trovato sponda la sua AUTOCANTIDATURA alla carica di sindaco.
Il pensiero unico che ricorda tempi bui della nostra democrazia, non ci appartiene e non c’è mai appartenuto. La consigliera Sposato non ha mai fatto rilevare queste criticità e mancanza di democrazia ad esempio nel 2017, anno in cui su 16 candidati nella lista del partito Democratico è arrivata sesta, quindi non eletta e solo grazie alle scelte del sindaco che rientrano nelle sue prerogative attraverso la nomina di due assessori del PD, già eletti consiglieri e quindi dimessisi per aver accettato, ha consentito il suo ingresso in consiglio, per poi successivamente dopo ampie discussioni sull’operato della giunta, anche in questo caso destabilizzanti, è stata nominata assessore.
Il sindaco, all’epoca, presumiamo non fosse considerato “accentratore e prepotente”, forse perché le sue aspirazioni erano state assecondate e accolte e quindi il principio di democrazia non risultava violato.
Nel 2022 dopo un primo turno che non ha visto il Sindaco vincere per pochi voti, ma con una maggioranza già eletta con noveconsiglieri, anche in questo caso è subentrata in assise solo perché abbiamo vinto le elezioni al secondo turno. La Politica, riteniamo, è servizio non lo strumento per assecondare le proprie ambizioni perché si finisce col confondere l’ambizione con la determinazione, non avendo consapevolezza delle proprie capacità e del valore della propria persona che devono essere riconosciute dagli altri, e non frutto di una autoconsapevolezza celebrativa. Ribadiamo siamo distanti dai suoi modi di intendere la politica citando una frase del Marchese del Grillo “io sono io e voi……….”, siamo certi che da oggi la maggioranza lavorerà con maggiore serenità raggiungendo gli obiettivi prefissati.
La maggioranza consiliare