Arcangelo Badolati e il ruolo e i pentiti di ‘ndrangheta. Serata di emozioni forti al Caffè letterario

Serata di forti emozioni sabato al Caffè Letterario, di Palazzo Sanseverino-Falcone, per la presentazione del libro “Figli traditori. I rampolli dei boss in fuga dalla ‘ndrangheta”, di Arcangelo Badolati.

L’iniziativa è stata promossa dall’Unsic (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori) di Cosenza e dal Centro studi nazionale dell’associazione, in collaborazione con il Rotary Club di Acri e la fondazione culturale “Vincenzo Padula”, con il patrocinio del Comune di Acri. Con l’autore ha dialogato il giornalista Piero Cirino, direttore di Acrinews.it.

Il tema si presta a una discussione che investe l’intera società civile calabrese, la sua voglia di rivalsa e il ruolo dei giovani in questa palingenesi.

La serata è stata aperta dai saluti di Carlo Franzisi, presidente dell’Unsic Cosenza, che ha anticipato anche alcuni contenuti del prossimo Premio Cultura d’Impresa, e di Cosimo Gagliardi, presidente del Rotary Club di Acri, che si è soffermato sul ruolo e le sinergie nell’associazionismo acrese nella crescita culturale della comunità.

Giuseppe Cristofaro, presidente della fondazione Padula, che a dicembre terrà la nuova edizione del Premio nazionale,  ha parlato della cultura come forma di riscatto e di liberazione dal giogo mafioso.

A seguire, sulla stessa scia, Mario Bonacci, vicesindaco e assessore comunale alla Cultura, il quale ha rivendicato la storica estraneità di Acri rispetto a certe logiche proprio grazie alla presa di coscienza che la crescita culturale può garantire.

Arcangelo Badolati ha esordito parlando del cambiamento in atto nella ‘ndrangheta, “organizzazione basata sulla famiglia e che vede proprio nell’allontanamento dei figli pentiti un elemento che ne sta minando le fondamenta”.

Sul ruolo della donna, “la ‘ndrangheta è femmina, anche dal punto di vista lessicale, basta una rapida analisi dei termini più comuni all’organizzazione. Il ruolo della donna finora è stato sottovalutato nelle dinamiche interne ai clan, ma è stato decisivo nel perpetuarsi di una certa subcultura. Qualcosa comunque sta cambiando anche qui”.

Al pubblico l’autore del libro ha poi regalato una serie di aneddoti che hanno reso ancora più interessante una serata tutta improntata all’ottimismo verso una Calabria diversa e finalmente libera.

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