Pensiero creativo

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Nell’ultima indagine internazionale Ocse-Pisa si legge che gli studenti italiano non eccellono per pensiero creativo. Emerge dall’indagine sul “Creative thinking”, pubblicata a giugno scorso e illustrata in questi giorni all’INVALSI.

Ai primi posti ci sono i soliti Corea e Singapore, in Europa nei primi posti ci sono Estonia, Finlandia e Danimarca. I quindicenni italiani sono dunque poco creativi? Dai dati (i dati…) parrebbe che gli adolescenti italiani si posizionano sotto la media dei paesi più sviluppati. Ma cos’è il pensiero creativo?

Nella definizione generica indica la capacità di generare, valutare e migliorare le idee al fine di produrre soluzioni originali capaci di creare soluzioni di impatto e immaginazione.

Lo strumento per misurarela creatività è stato un questionario composto da 32 domande a risposta aperta che guardava a tre cose: 1) Generare idee diverse dalle solite; generare idee creative; valutare e migliorare le idee degli altri. 
Guardiamo un poco più in dettagli i dati. Emerge una cosa nota, le ragazze sono più creative dei ragazzi, questo in tutti i paesi, e anche in Italia, la provenienza socio-economica influenzail pensiero creativo, i quindicenni che provengono da contesti socioeconomici svantaggiati evidenziano risultati inferiori rispetto ai giovani che provengono da classi sociali più agiate.

Dall’indagine si nota anche che le prestazioni degli studenti liceali pare essere migliore di quella degli studenti che provengono dal ramo professionale e dall’indagine risulta, inoltre, che gli studenti con buoni risultati nel pensiero creativo tendono a eccellere anche nelle materie tradizionali, quali Matematica, Lettura e Scienze (le altre competenze misurate dall’indagine internazionale Pisa).

E gli studenti che non ottengono punteggi elevati nelle materie consolidate riportano risultati più bassi anche nel pensiero creativo. Il pensiero creativo è comuqnue una risorsa da coltivare a prescindere dalla filiera di studio, soprattutto nelle situazioni più critiche. Vogliamo prendere sul serio questi dati? Come può la scuola italiana invertire la tendenza in termini di pensiero creativo?

La scuola insegna a parlare, a leggere e allora dovrebbeoccuparsi anche del pensiero creativo, una competenza che andrebbe aiutata dall’asilo fino alla scuola. Come? Le scuole dovrebbero proporre attività capaci di favorire il pensiero divergente, passare da un modello didattico che premia la prestazione e il voto a una didattica che stimoli e coltivi il pensiero creativo, l’improvvisazione, la partecipazione continua. Ma quali adulti ci vogliono per fare questo? Quali insegnanti? Insegnanti capaci di stare dalla parte degli studenti, capaci di empatia, capaci di pensare oltre l’ordinario.

Gli insegnanti giocano un ruolo chiave nella pratica del pensiero creativo, gli insegnanti italiani di certo si, dati i risultati. Si aprono delle riflessioni importanti riguardo la didattica che in Italia si concentra esclusivamente sui contenuti.

Assunta Viteritti

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