L’eolico Acri, un grosso affare per le multinazionali
Sinistra Italiana, pur condividendo lo sviluppo delle energie rinnovabili, è fortemente preoccupata dell’uso affaristico e strumentale che oggi la destra sta portando avanti nei nostri territori. Tutto viene deciso dall’alto, con interazioni dirette tra Ministeri e multinazionali energetiche.
Con le ultime normative tutte le procedure sono accelerate e facilitate: nella fattispecie, vengono meno le tutele e i vincoli previsti per i territori e le aree protette e, soprattutto, viene a mancare la parte della comunicazione pubblica, cioè il preventivo coinvolgimento dei cittadini e delle amministrazioni delle zone interessate. La democrazia partecipata viene completamente annullata e la corsa da parte delle multinazionali alla ricerca di territori da colonizzare per impiantare più pale eoliche possibili viene naturalmente agevolata.
Bocciato il parco eolico di Serra Crista, contro la volontà dell’amministrazione Capalbo che avrebbe voluto realizzarlo, ne spunta sul territorio acrese subito un altro ancora più impattante e, guarda caso, redatto sempre dalla stessa società di progettazione.
L’aspetto più preoccupante di questo nuovo progetto è che la Sila Greca non apparterrà più ad Acri e agli acresi, in quanto tutti i terreni di quella zona verranno espropriati (peraltro, senza alcun preavviso inviato ai proprietari dei terreni interessati). Ci sarà un gravoso taglio allo sviluppo economico e turistico della nostra città e una radicale alterazione della vocazione naturalistica tipica della Sila Greca.
Quei cittadini subiranno, infatti, espropri, con il rischio, per le aziende agricole e ricettive della zona, di dover chiudere le loro attività a causa di una graduale perdita di posti di lavoro e del conseguente spopolamento. Vanificati saranno i tanti sacrifici, i tanti anni di lavoro, la tanta resilienza da parte dei titolari delle aziende interessate, da sempre desiderosi di realizzare le proprie aspirazioni. La Sila greca era (ed è) il “granaio” della nostra città, zona produttiva per semina e pascoli oltre che zona turistica, paesaggistica e di forte rilievo naturalistico insieme a Serra Crista.
In Calabria esistono già 440 impianti eolici e 157 progetti in corso di valutazione, di cui 12 già approvati, che producono più energia di quella che si consuma (oltretutto, senza ricevere alcuna compensazione per ridurre i costi energetici dei calabresi). Sinistra Italiana chiede se nel governo Meloni vi sia una linea progettuale dietro a queste scelte e se esse siano pubbliche, esplicitate e motivate. Chiede, inoltre, se la Regione Calabria sia stata coinvolta in queste scelte e quale sia la linea politica del governatore Occhiuto in merito.
Bisogna inoltre evidenziare come rispetto alla vicenda del “parco eolico Acri” c’è stata, da parte dell’amministrazione Capalbo, molta incertezza e confusione. È, infatti, surreale che il sindaco di Acri dichiari di non essere stato informato per tempo di tale impianto quando gli organi di stampa, le associazioni di settore ed i comuni limitrofi ne discutevano da tempo con dati abbastanza precisi. Forse era bloccata la posta elettronica del Comune?! O è mancata la giusta comunicazione tra Ufficio Tecnico e Giunta??
Questo dato è molto preoccupante e ci induce a pretendere un dettagliato e trasparente resoconto dei fatti relativamente a tempi e contenuto delle informazioni ricevute dal Comune di Acri in merito al progetto. Allo stesso modo, chiediamo chiarezza e trasparenza in merito alla ripresa dei lavori relativi alla pala di mini-eolico di Serra la Capra.
Se sindaco, giunta e maggioranza consiliare vogliono realmente tutelare il nostro territorio e contrastare questa scellerata invasione dell’eolico, riteniamo che sia opportuno e determinante l’immediato ripristino della delibera consiliare n. 43 del 2012, revocata da questa stessa maggioranza nella parte relativa a Serra Crista, e rafforzarla inserendo altri elementi di salvaguardia e protezione dell’intero territorio.
In caso contrario, il sindaco dovrebbe spiegare alla città, con dati di fatto, per quali ragioni non intende includere nelle aree protette la zona di Serra Crista, la quale presenta le stesse peculiarità ambientali, naturalistiche, paesaggistiche e produttive della Sila Greca, non corrispondendo al vero che l’eolico in quell’area era stato previsto nel suo ultimo programma elettorale (basta andare a leggerlo) né, tantomeno, che in quell’area non insistono insediamenti agricoli.
Infine, saremmo curiosi di conoscere le posizioni del resto dei rappresentanti della maggioranza (consiglieri ed assessori) sulla questione eolico considerato che ad oggi l’unica voce che si è levata è quella del sindaco, nella speranza di ascoltare anche la loro personale visione politico-programmatica sulla tutela ambientale e paesaggistica del nostro territorio.
Sinistra Italiana Acri