Osteoporosi e alimentazione
L’osso è un tessuto metabolicamente attivo ove si svolge un continuo processo di rimodellamento derivante dalla stretta interazione tra gli osteoblasti, che stimolano la formazione ossea egli osteoclasti che ne attivano il riassorbimento. Quando prevale l’azione degli osteoblasti (infanzia e adolescenza) l’osso si allunga e cresce; quando è a prevalere l’azione degli osteoclasti, l’osso si depaupera e tende a perdere massa (menopausa e senescenza). In realtà il processo non è rigidamente suddiviso per età, ma è continuo nel corso della vita e a seconda delle esperienze vissute dalla persona. Traumi, incidenti, terapie ormonali, gravidanza, allattamento, malattie reumatologiche, ossee, renali, disfunzioni ghiandolari, tumori, abitudine al tabagismo, attività fisica, menopausa precoce, sono solo alcuni dei fattori che lo influenzano.
Cos’è l’osteoporosi?
I dati epidemiologici parlano chiaro: nei prossimi 20 anni la percentuale di popolazione di età superiore a 65 anni aumenterà del 20% e con essa aumenterà l’incidenza di osteoporosi, con un notevole impatto sulla spesa sanitaria nazionale. Nella stadiazionedell’impoverimento del tessuto osseo, occorre distinguere tra:
▪ Osteopenia, ossia un impoverimento della matrice ossea accanto un ridotto apporto o assorbimento del calcio e della vitamina D;
▪ Osteoporosi subclinica in cui le trabecole ossee risultano piuttosto danneggiate ed impoverite;
▪ Osteoporosi conclamata, dove il fenomeno non è più reversibile ed occorre un’adeguata terapia farmacologica ed alimentare. Nella popolazione, i soggetti più a rischio sono le donne, i bambini (per cui fin dai primi mesi di vita è richiesta la supplementazione con vitamina D per evitare il fenomeno del rachitismo e osteomalacia nell’età adulta), gli anziani.
Nelle donne, il fenomeno comincia ad affacciarsi con la menopausa, poichè, la quasi totale assenza di ormoni femminili – gli estrogeni- porta irrimediabilmente l’osso a perdere massa. Dato che gli estrogeni controllano anche l’assorbimento del calcio a livello intestinale, dopo la menopausa tale meccanismo risulta ridotto, con conseguente maggiore utilizzo del calcio depositato a livello scheletrico per mantenere il livello di calcio nei limiti di norma.
È fondamentale, pertanto, che ogni donna accumuli una massa ossea adeguata durante la vita fertile per affrontare l’età della menopausa in condizioni ottimali: così, per la stragrande maggioranza delle donne, l’impoverimento fisiologico condizionato dalla menopausa non diventerà una patologia.
Come prevenire l’osteoporosi?
Iniziando dallo stile di vita: alimentazione, attività fisica, vita salutare. Naturalmente, per stile di vita salutare, s’intende una serie di piccole attenzioni che vanno dal non fumare, non bere alcol se non sporadicamente, fare passeggiate nella natura respirando aria pulita e lontana dallo stress della quotidianità.
L’attività fisica è senz’altro un nodo da non sottovalutare: l’osso che lavora ogni giorno e non solo per sbrigare le normali faccende, salire le scale, andare a fare la spesa, portare a spasso il cane, ma anche impegnandosi in un’attività sportiva a corpo libero, yoga, pilates, nuoto, aerobica, jogging, danza, ecc, può fare la differenza.
Questa evidenza è supportata da validi studi scientifici, fra cui la recentissima scoperta fatta nel 2018, da un gruppo di ricercatori dell’università di Bari, riguardo ad una molecola, ormone-simile, chiamata “Irisina”: più si svolge attività fisica, più i muscoli la producono, irrobustendo le ossa e prevenendo l’osteoporosi. Una macchina perfetta.
Veniamo all’alimentazione
Gli elementi principali coinvolti nel metabolismo dei minerali di cui è fatto l’osso umano, sono 2:
▪ CALCIO e VITAMINA D3. Il calcio è un minerale che abbonda nel mondo animale, soprattutto in: latte e derivati, uova, pesce ma anche in quello vegetale: frutta secca, basilico, pomodori, rucola, broccoli e cavoli, semi di soia, di lino, di chia, di sesamo, sono solo alcuni esempi. Bisogna tenere a mente quanto segue: la prima fonte di calcio biodisponibile è l’acqua, soprattutto quella di rubinetto (se potabile ovviamente). La biodisponibilità del calcio è essenziale perchè venga assorbito e svolga la sua azione nell’osso. Il calcio animale è abbastanza biodisponibile rispetto a quello vegetale dove spesso è accompagnato da fitati. Molti tuttavia, preferiscono fonti alternative (legumi, ortaggi, frutta secca) e pesce perché le altre proteine animali provocherebbero un aumento delle perdite di calcio urinario (acidificherebbero maggiormente il sangue costringendo l’organismo a tamponare il pH acido con la liberazione di sali basici di calcio dalle ossa). Sostengono inoltre che non esistono prove convincenti a favore del consumo di latticini in età adulta avanzata nella prevenzione delle fratture e che diete ricche di formaggi e carne sono ipersodiche e quindi favorenti un ulteriore aumento della calciuria (oltre i normali 300 mg/die).
▪ La VITAMINA D, è presente in natura o sotto forma di Ergocalciferolo o vitamina D2, nel mondo dei funghi, oppure sotto le vesti di vitamina D o Colecalciferolo, presente nelle uova, nel latte e derivati e nei pesci grassi come salmone, tonno, acciughe e sarde, sgombro. Affinchè la vitamina D introdotta con la dieta diventi D3, ossia la forma attiva, è necessario che venga idrossilata, a livello del fegato e dei reni. Malattie a carico di questi 2 organi compromettono l’attivazione di questa vitamina.
L’alimentazione non basta a coprire il fabbisogno di questa vitamina liposolubile: ecco perchè è necessario esporsi al sole in estate un paio d’ore e dall’autunno-inverno fino a primavera, integrare con un supplemento indicato dal medico o dal vostro nutrizionista.
Quali sono le sue funzioni?
1. Assorbimento intestinale di Calcio e Fosfato
2. Omeostasi minerale
3. Regolazione di attività muscolare, conduzione nervosa, fattori della coagulazione, proliferazione cellulare e utilizzazione energetica dose nella norma negli uomini Età: 15 -18: 800 UI/die 18- 65 :600 UI/die >65 anni: 800 UI/die dose nella norma nelle donne Età: 15 -18: 800 UI/die18-6: 600 UI/die>65 anni: 800 UI/die.
Altri micronutrienti legati all’osteoporosi
– VITAMINA K: Responsabile della gamma carbossilazione dei fattori della coagulazione e delle proteine della matrice ossea, in particolare dell’osteocalcina rendendone possibile il legame conl’idrossiapatite;
– VITAMINA C: Necessaria per l’idrossilazione delle proteine e per la formazione dei cross links del collagene osseo. In conclusione, possiamo affermare che la prevenzione dell’osteoporosi, passa senz’altro dall’alimentazione e dallo stile di vita che si fa specialmente tra i 20 e i 40 anni d’età, in cui si raggiunge il picco di matrice ossea e dal controllo annuale della vitamina D che non dev’essere mai sottovalutato.
Antonia Cassavia
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