Pignataro, sottovalutati i pericoli della cannabis light

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Il questore Antonio Pignataro, di origini acresi, dirigente generale di pubblica sicurezza, consulente del Dipartimento politiche antidroga, torna a tuonare contro i pericoli derivanti dall’uso della cosiddetta cannabis light.

Pignataro da questore di Ancona ha fatto una battaglia contro la comercializzazione di questa sostanza, subendo anche minacce di morte da parte della criminalità organizzata.

La sospensione del decreto del Ministero della Salute sul Cbd (Cannabidiolo) da parte del Tar, per Pignataro, “non va a incidere sul divieto assoluto della commercializzazione della cannabis maldestramente definita light in quanto essa deve essere considerata droga pesante alla stessa stregua della cocaina, dell’eroina e delle droghe sintetiche”.

Il consulente del Dipartimento politiche antidroga ricorda come l’uso del Cbd sia in grado di “attraversare la barriera ematoencefalica e di interagire con specifici recettori presenti nel cervello causando effetti biologicamente rilevanti. Pertanto – continua – il suo uso all’interno di prodotti non farmaceutici non può ritenersi sicuro per la presenza di effetti sul sistema nervoso, gastroenterico, immunitario e respiratorio. Tale fitocannabinoide ha, inoltre, numerose interazioni farmacologiche soprattutto modificando il metabolismo di altri farmaci”.

Pignataro, che è membro della “Commissione prevenzione danni da cannabis” dell’Ordine dei medici di Roma, conclude con un accorato appello alla stampa: “quando parlate di cannabis, al fine di salvare la vita e tutelare la salute dei nostri ragazzi, non di rado bambini, lavorate con il culto del dovere di riferire i dati riportati dalla comunità scientifica, al di sopra delle vostre ideologie e delle vostre inclinazioni politiche”.

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