La nuova Italia e San Leucio (Caserta)
Dopo l’Unità d’Italia era inevitabile che bisognasse risolvere la patata bollente della colonia di S. Leucio: costituiva un cattivo esempio e si doveva far sparire dal regno delle Due Sicilie quanto vi era di buono. I Savoiardi riuscirono nell’intento!
Alcuni cittadini di San Leucio, “rappresentano alla Camera l’origine antica della medesima, lo statuto fondamentale e i suoi diritti e protestano contro la locazione delle loro abitazioni e dello stabilimento serico ivi esistente operata dal Governo”.
Nella tornata della Camera del 17.2.1866, vari parlamentari fanno presente l’urgenza di discutere varie petizioni. L’on. Di San Donato, interviene: “Se vi è petizione che meriti la particolare considerazione della Camera, e che possa essere dichiarata di urgenza, si è quella inoltrata dagli abitanti dell’antica colonia di San Leucio, che io mi son fatto un dovere di presentare al banco della Presidenza ieri, e che certo, per la sollecitudine che mi piace di riconoscere nella Segreteria, deve a quest’ora essere già registrata. I Leuciani, non so per quale disgraziata circostanza, han veduto, e certo con dolore, una dimenticanza assoluta della loro storia; questi cittadini di una colonia artistica a forma di repubblica, di cui ha lungamente parlato il Colletta, si sono veduti in un momento privati della loro esistenza patriarcale, dei tanti diritti acquisiti, delle loro proprietà, e perfino dei loro diritti di cittadini; costoro, gravati di tutti i pesi dello Stato, costoro non sono ancora cittadini del regno d’Italia: e v’è qualche cosa di più che li umilia, e si è che, non ostante la vita della colonia che è più che secolare, il ministro dell’interno, non trovando che la popolazione di San Leucio sia quale è voluta dalla legge, pretende aggregare questa storica colonia fra’ villaggi della città di Caserta.
Io credo che il ministro sia in dovere di applicare la legge come è, ma per paesi che, non avendo una vita a loro, dimandano essere eretti a comuni separati, ma per San Leucio il ministro poteva e doveva fare eccezione a parte: essa sarebbe stata applaudita e giustificata. Ma io non voglio dilungarmi: nella discussione della petizione io porterò i motivi che raccomandano San Leucio per comune a parte: sarà allora anche il caso di particolarmente tenere informata la Camera di un certo contratto che si è fatto dalla direzione delle tasse e demanio di Caserta col quale, pare incredibile ed è pur vero, si dà in fitto l’antica casina reale di San Leucio, l’opificio con i filatoi e filanda, un locale detto la Trattoria, altro detto la Vaccheria per anni 24, per l’annuo estaglio di lire 2000! Si tratta, o signori, che numerati questi locali si è arrivato al n° 507! Si tratta, o signori, che in tale affitto sono stati disconosciuti molti diritti dell’antica colonia.
Per finirla, oggi io debbo inoltrare particolare preghiera, perchè nel dichiarare d’urgenza tale petizione sia inviata alla Commissione delle petizioni, perchè voglia darsi la pena di riferirla sollecitamente, e così evitare al Parlamento ed a me una speciale interpellanza per isvolgere e tutelare i diritti di quella colonia”.
Il ministro dell’Interno “non si oppone che si decreti l’urgenza di questa petizione”, ma dev’essere la Commissione preposta che deve decretarla. Il “gioco” diviene evidente nelle parole dell’on. Bertea, membro della detta commissione: “salvo quando la Camera ordini diversamente, la Commissione per le petizioni non potrebbe occuparsi con preferenza di questa petizione senza pregiudicare il diritto di priorità di tutte le altre che sono state dichiarate d’urgenza; per conseguenza io lo prevengo (ndr il Di San Donato) che non sarà tanto prossima la discussione di quella alla quale egli accenna. Quindi egli potrà provvedersi con quegli altri mezzi che il regolamento presenta”.
Di San Donato replica: “Dopo quanto ha dichiarato l’onorevole Bertea, io chieggo scusa alla Camera di averla intrattenuta sulla discussione d’urgenza di questa petizione, ne ritiro la proposta, riserbandomi a tempo più spiccio pel Parlamento di farne oggetto di particolare interpellanza. Sarà allora il caso di meglio svolgere quanto in breve ho accennato, e vedrà la Camera se io aveva ragione di chiedere una speciale discussione sulla colonia di San Leucio”.
Chi volesse sapere come andò a finire la faccenda non ha che da ricercare nei verbali del Parlamento.
Giuseppe Abbruzzo