Il mito del successo a tutti i costi e la ricerca della felicità

Da quando veniamo al mondo, veniamo catapultati in una dimensione nella quale bisogna a tutti i costi eccellere, mirare al massimo, a scuola e via via nel lavoro e nella nostra dimensione di crescita quotidiana. In realtà, è proprio nella ricerca di una dimensione di successo a tutti i costi che risiede tanta parte delle infelicità e insoddisfazioni quotidiane.

Dobbiamo tendere a essere formidabili e, in definitiva, piacere agli altri. Ci realizziamo pienamente quando raggiungiamo i canoni stabiliti dagli altri per la felicità e il successo. Questi canoni non necessariamente corrispondono ai nostri personali e, non infrequentemente, ciò che per gli altri rappresenta l’optimum non lo è per noi. “Cerca di eccellere, di primeggiare”, “devi essere il primo” e così via. Questo frasario apparteneva al vocabolario tipico di ogni genitore che vedeva, e vede, nella formazione del proprio figlio il risultato di una gara, di una competizione, nella quale non esiste podio, solo chi arriva primo vale, gli altri non contano

Una formazione siffatta genera in ogni figlio un’immancabile ansia da prestazione e, per non deludere gli altri, spesso si finisce per condannare se stessi ad una sorta di  perenne e estenuante gara, nella quale la paura di fallire finisce per accompagnare i nostri sogni mutandoli in incubi. Intendiamoci, il merito è importante e siamo fermamente contrari a chi oggi propone l’abolizione dei voti a scuola, causa, a suo dire, di discriminazioni. Il voto è espressione sintetica di un risultato, quattro è chiaramente segno di insufficienza, 10 di eccellenza.

In questi estremi, c’ è tutta una gamma di risultati positivi e pretendere dai figli che raggiungano necessariamente l’eccellenza è un grave errore. Non sta scritto da nessuna parte che essere felici significa soddisfare i desideri  e rispettare i canoni stabiliti dagli altri. Essere felici significa semplicemente seguire le proprie passioni, non rinunciarvi per essere o diventare quello che gli altri vogliono.

Negli ultimi anni le pagine on line dei principali quotidiani sono piene di storie di gente di successo che, a un certo punto, decide di cambiare vita e andarsene in un’altra parte del mondo per ricominciare a scrivere capitoli diversi e più esaltanti della propria vita. Si fugge da una vita monotona e noiosa anche se agiata per seguire le proprie passioni.

Si può lasciare un segno indelebile nella vita anche senza vincere nessun premio e senza che nessun giornalista si preoccupi di scrivere di noi e spesso è un segno più duraturo. Trovare il coraggio a un certo punto di dire basta e ricominciare, riallacciando i fili spezzati dei propri sogni e delle proprie passioni è il primo passo per riappropriarsi di se stessi e essere felici.

Massimo Conocchia

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