Domani presentazione de “I Canti di Mariantonia Braile (1894 – 1917), poetessa arbëreshe”, di Francesco Perri e Gennaro De Cicco
Domani nel chiostro del Collegio Sant’Adriano a San Demetrio Corone, alle ore 18,30, sarà presentato un volumetto con i Canti che Mariantonia Braile ha recitato al fratello Salvatore, poco prima del suo decesso nel 1917.
Questi canti furono stampati da Salvatore qualche settimana dopo la morte della sorella gravemente ammalata e furono la prima raccolta poetica data alle stampe dal nostro Poeta. Si tratta di una ristampa “aggiornata” del libriccino, molto raro, che, dopo 107 anni, è servito a conservare la memoria letteraria di quella che in tanti oggi definiscono la prima donna poetessa arbëreshe. La ristampa attuale è stata curata da Francesco Perri e Gennaro De Cicco, che sono stati gli ideatori e i curatori grazie ad un improvviso lampo di genio. Questi Canti, per l’intensità dei versi e per la particolare condizione psicologica di Mariantonia, sono poesia autentica che riesce a suscitare emozioni e sentimenti rari, profondi in ogni lettore. Nella presentazione del testo, che mi è stata richiesta dagli amici curatori, ho scritto che questa pubblicazione, che porta la firma del Progetto Editoriale FAA, ci inorgoglisce per almeno tre motivi:
a) Finalmente si possono leggere i sei componimenti di Mariantonia di cui rarissime persone avevano preso visione.
In questo modo rendiamo merito al fratello Salvatore che pubblicandoli ci ha messo nelle condizioni di rivivere la potente umanità del dramma vissuto dalla sorella. Lo consideriamo un dono che facciamo alla comunità di Shën Mitri, per come voleva il fratello.
b) Siamo orgogliosi di ripetere a distanza di sette anni un’esperienza editoriale che altre istituzioni culturali, pedagogiche e didattiche avrebbero dovuto realizzare.
Nel 2017 abbiamo tolto dall’obblio del silenzio secolare uno dei tre grandi testi del Settecento calabro-albanese, la “Risposta di Filalete alla relazione di Monsignor Cardamone Arcivescovo di Rossano al Delegato della Real Giurisdizione contra l’arciprete albanese di S. Giorgio”.
Quest’anno togliamo la polvere accumulata per oltre un secolo sui Canti di Mariantonia Braile, che sembra essere stata la prima poetessa popolare arbëreshe.
c) Infine, con questa edizione, arricchita dal contributo attento e critico del poeta Dante Maffia, di cui siamo onorati avere vicino come socio nella FAA, di quello del professor Giuseppe Gradilone pubblicato nel 1958 sulla rivista Shejzat con Salvatore Braile ancora in vita, di Vincenzo Tieri nella rivista “Il Popolano” del giugno 1917 e di Mario Gaudio, nostro socio e grande estimatore della poesia di Federazione Associazioni Arbëreshe – Federata e Shaqateve Arbëreshe – Spezzano albanese, diamo la possibilità di conoscere il dolore, espresso in versi, di una giovane donna che sa di essere prossima alla morte, che ama la vita che le sta sfuggendo e, disperatamente, spera che ciò non accada.
Abbiamo tolto la polvere dell’obblio su questi Canti che fanno parte di diritto del patrimonio poetico degli Arbëreshë e della Comunità di S. Demetrio Corone. Siamo molto orgogliosi di questo lavoro. Anzi siamo convinti che tra le case di Shën Mitri o nei paesi circostanti, a cominciare da Maqi, sono stati conservati documenti letterari di importanti personalità nate e/o ospiti del nostro comune, che hanno vissuto il primo ventennio del secolo scorso come una grande opportunità per la crescita culturale del paese grazie alla laicizzazione statale del Collegio Sant’Adriano. Se ci sono questi documenti – anche tre semplici versi- rendeteli pubblici, divulgateli come volete; vi saremmo grati se voleste farlo con noi. In quegli anni insieme a Salvatore e Mariantonia Braile, in Shën Mitri visse zoti Loricchio Elia, cugino di entrambi e più giovane di appena sette mesi di Salvatore, purtroppo anch’egli morto a pochi mesi di distanza dalla cugina. Salvatore si rivolgeva al cugino sacerdote per consultarsi sui suoi scritti e tradusse in italiano una cantica a san Demetrio, patrono del paese. Sembra scomparso il testo arbëresh di zoti Lliuci. Se c’è in qualche libreria rendetelo pubblico. Sarebbe un omaggio a questo intellettuale sandemetrese di cui si parla ancora. Amici e amiche di San Demetrio, Vi rivolgiamo un appello accorato, togliete dalla polvere i loro scritti. Sono importanti per ricostruire l’identità di questa importante comunità nel Novecento.
Tornando all’evento di giovedì, ribadisco che il merito di questa “improvvisata ed inaspettata pubblicazione”, come già scritto è merito di Franco Perri e Gennaro De Cicco. Ci hanno messo mano direttamente nel testo e se il volume non presenta lacune il merito è tutto loro. Ringrazio l’Amministrazione comunale di San Demetrio, in particolare nella persona del Sindaco Ernesto Madeo e dell’Avv. Emanuele D’Amico, consigliere delegato alla cultura, che hanno patrocinato e fatto propria questa giornata.
Che altro dirvi, amiche e amici di Shën Mitri, se non invitarvi a partecipare alla presentazione dei Canti che terremo nel Chiostro di Sant’Adriano alle ore 18:30. Amici di altri paesi ci hanno annunciato la loro partecipazione e riceviamo già prenotazioni del libro.
Abbiamo stampato solo cento copie per esigenze di tempo, ma ne possiamo stampare molte altre se i sandemetresi lo desiderano. Facciamo rivivere Mariantonia nella nostra memoria! Mariantonia fu vittima della cultura maschilista dei tempi, che non seppe comprendere il suo dramma umano e la capacità creativa di trasferirlo in sei Canti. È nostra grande soddisfazione rompere il silenzio del passato per valorizzare la sua umanità distrutta da un morbo inesorabile ad appena ventitré anni. Amiche, amici, Vi aspettiamo Domani!
Damiano Guagliardi
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