Divieti

Il Ministro Valditara, l’11 giugno, con grande orgoglio, in un video che lo ritrae dietro la sua maestosa quanto cadente “cattedra ministeriale” comunica che: “Oggi sono state firmate due circolari con importanti novità: a scuola ci sarà il divieto di utilizzo del cellulare – anche a scopo didattico – fino alla terza media; torna il diario cartaceo per gli studenti, mentre i genitori continueranno a utilizzare il registro elettronico. Due magnifiche trovate che finalmente (si scherza!) portano un poco di aria fresca a scuola!

In relazione al primo divieto questo entrerà in vigore a partire dal prossimo anno scolastico e riguarderà gli studenti dalla scuola dell’infanzia fino alla terza media.  È un precipitoso cambiamento di prospettiva rispetto a una precedente circolare dello stesso identico ministro che solo nel dicembre del 2022 ammetteva l’uso del cellulare a scuola per finalità didattiche se consentito dal docente, anche per rispondere agli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale per la costruzione della cittadinanza digitale. Ma anche i ministri cambiano idea… spesso in peggio.

Il ministro cita l’UNESCO e l’OCSE per avvalorare la sua decisione sottolineando l’influenza negativa del cellulare sul «rendimento dei giovani» sulla loro «capacità di memorizzazione, concentrazione e di sviluppare la fantasia». Tablet e computer invece si potranno usare ma solo quando permesso dai docenti. Il divieto per legge è sempre una cosa negativa, sempre. In questo caso poi non si tiene conto della pervasività degli usi (e abusi) di smartphone fuori dalla scuola.

Ma alla scuola quello che succede fuori non deve interessare… Come per molti altri aspetti che riguardano la scuola, l’applicazione di questa circolare dipenderà più che altro dalla volontà e dalle sensibilità di ciascun insegnante. La scuola dovrebbe, dove la famiglia non riesce o non vuole o non può, educare all’uso delle tecnologie.

Vietarne l’uso è semplicemente una omissione della questione e un divieto, si sa, funziona nei più giovani come fattore di rinforzo per un uso che sarà ancora più inappropriato e “invisibile” agli occhi degli adulti. Gli adulti così fanno cento passi indietro e si allineano alla peggiore pedagogia, quella del divieto. La seconda trovata del Ministro, sicuramente su indicazioni di fior fiore di esperti ossequiosi, prevede la reintroduzione del diario cartaceo dello studente, che negli ultimi anni era stato sostituito dal registro elettronico (che rimarrà comunque per la consultazione dei genitori). Valditara ha detto che «dobbiamo riabituare i nostri ragazzi al rapporto con la penna e con la carta» ed evitare le «nuove tecnologie sempre e comunque».

Altra grande innovazione quindi, il ritorno alla carta e alla penna! Proprio ora che tutti, studenti compresi, avevano interiorizzato l’uso dello strumento digitale del registro elettronico. Comunque, a parte i divieti e le altre trovate, quello che sorprende, che stupisce, che produce una sorte di “non ci credo”, è come un Ministro dell’istruzione e anche del merito, finisca per occuparsi del dito senza mai occuparsi della luna e degli altri astri. La scuola è un mondo complesso, che spesso produce diseguaglianze, dove l’apprendimento e l’insegnamento sono messi alla prova tutti i giorni da problematiche sociali rilevanti (omesse nei discorsi del Ministro).

La scuola necessita di banchi buoni, di aule belle e comode, di insegnati bravi e accoglienti, di spazi vitali e ricchi di risorse culturali. L’uso del cellulare è certamente un problema ma forse sarebbe meglio insegnare agli studenti, anche ai più giovani, come usarlo, piuttosto che vietarlo. Vietare è facile, educare è meno facile. Di solito i ministri, soprattutto quelli di destra, cercano le strade facili. 

Assunta Viteritti 

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