A proposito de “li poveri Nobili Coronei”, storie di migrazioni nel Regno di Napoli
[…] erano li Greci Coronei alli quali per la Maesta Cesarea […] in ricompensa de loro beni persi, et per havere abbandonata la patria in servitio della Maesta sua quando fu presa da Turchi era statto ordinato proveder d’alcuni intartenimenti, seu provisioni conform’à loro qualità».
L’autore dell’importante testo storico, attraverso una pluriennale ricerca presso l’Archivio di Stato di Napoli, con il ritrovamento di centinaia di documenti, fa il punto sulla ben nota “migrazione” dei “Coronei”, avvenuta nel 1534, riportandola alla «verità effettuale e non all’immaginazione di essa.
Il prof. Italo Sarro, alla luce di numerosi documenti inediti, ricostruisce i fatti accaduti, indica le città e i casali del Regno di Napoli che ospitarono i fuggiaschi, riporta la cronistoria delle decisioni assunte da Carlo V e sottopone al vaglio critico il loro tentativo di accreditarsi una diversa provenienza sociale.
Il suo minuzioso lavoro contiene anche l’elenco nominativo dei “Coronei” che in anni diversi furono ammessi al godimento di una pensione (n. 279) e/o all’esenzione dei pagamenti fiscali (n. 482) e ricostruisce i conflitti con le autorità non sempre aggiornate sulla natura del privilegio imperiale.
Nel suo interessante lavoro editoriale il Prof. Sarro informa i lettori che “la vicenda legata all’arrivo dei “Coronei” nel Regno di Napoli e culminata nella spedizione di un diploma imperiale, a distanza di 200 anni, è nota nella versione data da Pietro Pompilio Rodotà, ricca, a volte, di asserzioni tipiche di un romanzo piuttosto che di un saggio storico. E che essa è espressa da vari studiosi, che si sono basati su uno o due documenti”.
E aggiunge che “le loro riflessioni sugli albanesi di Corone, le conseguenti asserzioni sulla loro ragguardevole destinazione in Calabria (in tutto 11 persone!) e sulla predominanza dell’elemento albanese in fuga da Corone, però, non sono attendibili, perché non trovano riscontro sulla documentazione finora esaminata, la quale, invece, permette di sostenere che la loro partecipazione alla fuga avvenuta nel 1534 e negli anni successivi non fu così consistente come si è ritenuto finora e non ebbe la medesima motivazione di quegli albanesi che nei decenni precedenti, avevano dovuto abbandonare la terra natia per cercare fortuna in Italia”.
Italo Sarro è nato in provincia di Cosenza nel 1941 e vive a Orvieto. È autore di diversi lavori dedicati all’Albania, fra cui Pianiano, un insediamento albanese nello Stato pontificio (2004); Insediamenti albanesi nella valle del Crati vol. 1 e 2 (2010 e 2012) e La Madonna del Buon Consiglio. Storia di un viaggio straordinario (2016). Collabora da anni con le riviste albanesi “Hylli i Dritës” e “Shêjzat”.
Gennaro De Cicco
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