Irriverenti

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La paventata separazione geopolitica e amministrativa derivante dall’approvazione del provvedimento relativo all’autonomia differenziata, croce e delizia delle estenuanti discussioni prima e dopo le elezioni europee, sembrerebbe fortemente in ritardo rispetto all’ambiguità climatica che ha accompagnato gli oltre 500.000 studenti italiani alle prese con gli esami di maturità e quindi con le sette tracce della prova d’Italiano, comuni a tutti gli indirizzi.

Nella categoria “exit strategy” spiccavano le tre riguardanti l’Elogio dell’imperfezione, la riscoperta del silenzio e l’evoluzione del diario personale nell’era dei social. Tre tracce che permettevano allo studente in fuga dalla probabile ecatombe rappresentata dalle restanti quattro, di immergersi in un viaggio introspettivo altamente stimolante per definire i contorni di un’esistenza fortemente caratterizzata dall’autoreferenzialità indotta dalla fiera delle vanità a portata di pollice/telecomando/mouse.

Un vero e proprio bagno di umiltà, una spasmodica ricerca dell’essere piuttosto che dell’apparire, un chiaro invito a non inseguire cattivi profeti, un gancio in mezzo al cielo, una consapevole fuga dallo stereotipo, dall’artefatto, dall’eteroguidato.

Un’esaltazione dell’infinito e dell’armonia culminata nelle citazioni di De Giorgi e Hardy a corredo dei due problemi matematici della seconda prova scritta, destinati all’indirizzo scientifico.

È la scuola che distoglie l’attenzione dal contenitore e la incanala sui contenuti, che invita a superare l’handicap delle condizioni strutturali non ottimali di gran parte degli istituti scolastici nazionali, che insegue l’autonomia mendicando contributi volontari per il miglioramento dell’offerta formativa, che distribuisce tra i vari istituti e con le stesse modalità delle estrazioni del lotto docenti, supplenti, incaricati, sospesi “come d’autunno sugli alberi le foglie”.

In mezzo gli studenti con tutto il bagaglio socioculturale che si trascinano dietro per almeno sedici anni, prima di scollinare l’obbligo scolastico per proseguire volontariamente nel percorso intrapreso. Un percorso intricato da sbrogliare attraverso le attività extracurriculari, le certificazioni linguistiche e informatiche, l’alternanza scuola-lavoro (PCTO), i test per l’ammissione anticipata ai corsi universitari (TOLC), prima di raggiungere il temuto quanto ambito esame di maturità.

E poi i test per l’ammissione standard ai corsi universitari e a seguire quelli per l’ammissione posticipata e ancora, per dirla con le parole del matematico De Giorgi, “All’inizio e alla fine, abbiamo il mistero.”

Un mistero che accompagnerà la meglio gioventù attraverso atenei in fibrillazione per i conflitti mondiali, il carovita dei fuorisede, i risicati fondi destinati alla ricerca, ma anche iperattivi per la ventata di freschezza arrecata da docenti di fama mondiale attratti dalle molteplici applicazioni derivanti dall’utilizzo etico e responsabile dell’Intelligenza artificiale. 

L’ennesima tappa di un viaggio che merita di essere vissuto attraverso la full immersion di emozioni che lo caratterizzano, prima che l’approssimarsi della meta ne determini la conclusione.

E allora buon viaggio ragazzi, a prescindere dalla vostra destinazione! 

“Non c’è una formula per il successo eccetto forse un’accettazione incondizionata della vita e di ciò che ci porta.” (Arthur Rubinstein)

Giuseppe Donato

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