Addio caro don Antonio

Mercoledì 19 giugno è salito al cielo il Protopresbitero dell’Eparchia di Lungro, papàs Antonio Bellusci di Frascineto. Nella fede e nella speranza della vita eterna, tutti i credenti innalzeranno una preghiera al Signore per il caro “amico” scomparso, marcandone la passione e la bontà in tutte le cose.

Padre spirituale degli arbëreshë, Zoti Ndon, con la sua missione sacerdotale è andato oltre l’ azione di uomo misericordioso della Chiesa. Ha contribuito, in particolare, alla tutela e alla valorizzazione della loro identità, favorendone lo sviluppo culturale. La sua azione, inoltre, ha sollevato i sentimenti di tutti gli albanesi nel mondo, rafforzando la coscienza nazionale tra gli albanesi d’Albania, del Kosovo, della Macedonia, del Montenegro e della Grecia. E nei momenti, particolarmente, opportuni ha difeso i diritti e la dignità del popolo albanese, dimostrando solidarietà al popolo kosovaro.

“La sua morte è una grande perdita per la famiglia, gli amici, per la chiesa arbëreshe e per le istituzioni degli arbëreshë calabresi e di tutto il sud Italia” ha dichiarato Vjosa Osmani, Presidente del Kosovo, definendo papàs Antonio Bellusci nel suo messaggio di condoglianze al fratello Tommaso, alla sorella Caterina e a tutta la famiglia: “intrepido attivista della causa albanese, che oltre a coltivare con passione la lingua arbëreshe, fin dagli anni ’90, insieme al Presidente Rugova ed altri attivisti, difendeva il dritto alla libertà degli albanesi”.

Papàs Antonio Bellusci, nato nel 1934 a Frascineto (CS), terminati nel 1962 gli studi in Filosofia e Teologia nella Pontificia Università Gregoriana di Roma, il Vescovo di Lungro lo incaricava di svolgere l’ azione pastorale nelle seguenti parrocchie di rito bizantino-greco: S. Sofia d’Epiro, S. Costantino Albanese, S. Paolo Albanese, Falconara Albanese, Cosenza, Castrovillari e Frascineto. Nel 1966 fondava la rivista culturale “Vatra Jonë / Il nostro Fuoco a San Costantino Abanese, mentre nel 1980 a Cosenza la rivista Lidhja / L’Unione. Diresse il Museo etnografico arbëresh, il Centro albanologico e la Biblioteca.

Il suo lavoro e la sua attività sono stati onorati dalla Medaglia Presidenziale del Kosovo; dalla Medaglia “Naim Frashëri, dal Presidente dalla Repubblica d’Albania; dalla Medaglia “Prizren” del presidente Ibrahim Rugova e dalla Medaglia di Madre Teresa.

Con la sua scomparsa l’Arbëria perde un punto di riferimento essenziale per l’azione di salvaguardia del proprio patrimonio culturale, anche se le future generazione potranno attingere agli elementi cognitivi che vorranno attraverso le riviste, i libri e l’ inestimabile patrimonio immateriale del caro Zoti Ndon.

Gennaro De Cicco

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