Spesso gli esperti non sono tali

Si sente e si legge spesso che per avere un parere si nomina un esperto o una commissione di esperti.

Visti come vanno i fatti spesso si vede che quegli esperti o non erano tali o lo erano perché lo affermavano lo o qualche amico.

I nostri saggi anziani, per sottolineare la loro incredulità su alcuni che si spacciano come esperti o…beh fate voi, dicono – Jetta fama e cùrcati -.

Con buona pace dei buoni, e ve ne sono, alcuni sono esperti perché lo dicono loro o qualche loro amico. In quest’ultimo Caso non si sa perché!

Sparsi un po’, dovunque, in Italia e, forse anche all’estero, comunque, vi sono gli esperti e bisogna pur consultarli, sentire il loro illuminato parere.

In alcuni casi si sente dire che si deve o è stata nominata “una commissione di saggi”.

Corre subito alle nostre menti la figura del saggio: un vecchio dalla lunga barba bianca che sputa inconfutabili sentenze. Spesso, purtroppo, non corrisponde né la figura che c’eravamo immaginata, né la saggezza che ci si aspettava.

A proposito Raffaele De Cesare, racconta, scrivendo di Ferdinando II re delle Due Sicilie, che vi era uno studente in un collegio di Chieti che conosceva, a memoria, la Divina Commedia ed era capace di risolvere con rapidità qualsiasi problema di matematica.

Lo studente, si chiamava Nobile, aveva solo dodici anni.

Data l’ètà risultava incredibile tanta capacità.

Il re, Ferdinando II di Borbone, volle conoscerlo e metterlo alla prova. Si recò, perciò, a Chieti e pose al giovane un quesito. Gli diede le date del giorno della sua nascita, dell’ora in cui era avvenuta e i minuti; e gli chiese: – Quanti anni, mesi, giorni, ore e minuti sono vissuto? -.

Il giovane Nobile, incredibilmente, rispose prontamente.

Il re nelle romanze, che narravano le nonne in questi casi convocava i consiglieri, dicendo: – Cunzigli, cunzigliàtimi… -, e poneva loro il quesito. Non fu da meno re Ferdinando. Egli convocò i suoi esperti, o saggi che dir si voglia, per sottoporre loro i risultati della domanda e verificarne l’esattezza.

Fatti i calcoli, con tutta la perizia di quei saggi, risultò a loro dire, che lo studente aveva calcolato molti minuti in più rispetto a quelli che risultavano loro.

Ferdinando, forte di un responso tanto autorevole ritornò a Chieti. Fece chiamare il giovane e gli disse il risultato al quale erano pervenuti gli esperti, concludendo – … Ora rifletti bene – gli disse. Nobile, che era rimasto sconcertato dal responso, rimase a rimuginare un po’ e poi, seduta stante, svelò l’errore degli esperti, chiarendo al re: – Non hanno tenuto conto degli anni bisestili -.

Ferdinando ritornò dagli esperti e disse loro della precisazione. Rifecero i calcoli e risultò che lo studente aveva ragione.

Quella riportata è una storiella messa là dal De Cesare, ma è bene che su di essa si rifletta.

Giuseppe Abbruzzo

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