Elezioni Europee: quando il PD si riappropria di un linguaggio di sinistra

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Le recenti elezioni europee hanno messo in evidenza delle conferme e delle sostanziali novità rispetto alle attese.

Tra le conferme il buon risultato di FdI, che migliora in percentuali il risultato delle
politiche, sfiorando il 29%, il seppur minimo sorpasso di FI sulla Lega, che appare in evidente difficoltà proprio in quel Nord che era da sempre il suo zoccolo duro.
Tra le novità c’è l’ottimo risultato del PD che intasca circa 3 punti percentuali in più rispetto ai sondaggi e risulta il partito in maggiore crescita. Rispetto alle politiche del 2022, migliora di oltre 6 punti percentuali, mentre, parallelamente, il movimento 5 stelle si ferma a un deludente 10%. Interessante è l’analisi geopolitica del
voto e, ancora di più, quella anagrafica.

Rispetto alla prima, si nota che il PD è il primo partito al Sud, carpendo e rosicchiando voti ai 5Stelle, che nelle passate politiche, avevano fatto incetta di voti in quell’area, essendo stati gli unici a parlare di tutele e diritti, mentre il PD di Letta si era arroccato nella difesa della cosiddetta “agenda Draghi”. Parallelamente, il PD è
risultato il partito più votato tra i giovani.

La segretaria del PD, Elly Schlein, ha battuto interamente il territorio nazionale, parlando di lavoro, stipendi, scuola e sanità. Non casuale, poi, la scelta di chiudere la campagna elettorale in una piazza simbolo della Sinistra storica, a Padova, nello stesso luogo che vide Enrico Berlinguer cadere, falciato da emorragia cerebrale,
mentre chiudeva, nel 1984, la campagna elettorale per le europee.

In sintesi il PD si è riappropriato di tematiche proprie di un partito di sinistra e la risposta della gente è stata premiante con un oltre il 24% dei consensi. Il bisogno di sinistra e di difesa dei più deboli si evince anche dallo straordinario risultato di AVS, oltre il 6%.

Queste elezioni dimostrano che un’alternativa a questa destra è possibile, non è forse a portata di mano ma è possibile, a condizione che il PD faccia ordine al suo interno e parli un linguaggio univoco e si liberi di quella zavorra che fino ad oggi ha impedito un dialogo serio con le altre componenti dell’opposizione, 5 Stelle in primis.

I risultati parziali delle amministrative dimostrano, peraltro, che il campo largo è ancora vitale e dove messo in atto ha prodotto buoni risultati. A chiarire ulteriormente il quadro – nel senso di un bipolarismo sempre inseguito e mai raggiunto – ci ha pensato poi l’elettorato con la sonora bocciatura del cosiddetto terzo polo.
Sussistono oggi le condizioni per un’alternativa credibile alla Destra, per la cui realizzazione bisogna che il PD continui a parlare il linguaggio degli ultimi mesi e che i 5 Stelle rinuncino a prospettive velleitarie, cercando accordi sui temi. Riteniamo
un’alleanza tra PD, 5stelle, AVS quanto mai possibile e per certi versi fisiologica, parlando tutti questi attori di tematiche che la Destra ha abbandonato in nome della tutela di interessi corporativi.

L’avanzata del PD in realtà come Milano lascia ben sperare nella possibilità che anche quella parte più operosa e opulenta capisca che non può esserci sviluppo se chi sta male continuerà a stare peggio.

La lotta senza quartiere della destra verso ogni forma di tutela, i
mancati investimenti in settori cruciali – per lo meno nelle misure necessarie – come sanità, scuola e lavoro, deve trovare un argine credibile.

Se queste tematiche diventeranno terreno di confronto comune in una nuova prospettiva di campo largo, allora si potrà credere nella frase di Elly Schlein riferita alla Meloni: “Giorgia, stiamo arrivando”. Ed era ora!

Massimo Conocchia

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