La scuola è finita
L’8 giugno è finita la scuola per l’anno scolastico 2023-2024, per le scuole che erano seggio elettorale è finita anche prima. Ma la scuola è veramente finita? Forse no.
Il Ministero ha stanziato quest’anno 400 milioni di euro per la realizzazione di attività da svolgersi durane l’estate così da tenere le scuole aperte.
Si tratta del programma nazionale “Scuola e competenze 2021-2027”. Le risorse sono state stanziate dal MIM per finanziare attività durante i tre mesi di pausa estiva. Il finanziamento potrà riguardare attività di inclusione e socialità ed è rivolto alle scuole primarie e secondarie statali e paritarie e potrà sostenere progetti di formazione sportiva, musicale, teatrale, con al centro tematiche ambientali e attività ricreative di aggregazione.
I docenti possono partecipare su base volontaria e verranno remunerati in base alle risorse che saranno rese disponibili per i progetti presentati. In molte aree critiche d’Italia l’assenza delle scuole (chiuse per la pausa estiva) non è compensata da nessun’altra attività. Proprio in queste aree l’iniziativa Scuole aperte è davvero importante, soprattutto per quelle famiglie che non hanno alcuna possibilità di offrire ai figli progetti culturali e ricreativi, e queste iniziative potrebbero intervenire per contrastare rischi di dispersione. Quest’anno si tratta di 80 milioni di euro in più rispetto al progetto del precedente biennio, e potranno permettere l’attivazione di percorsi per oltre 1,3 milioni di studenti. Si tratta di una popolazione importante che speriamo sia raggiunta.
Le attività promosse dalle scuole potranno essere svolte in accordo con enti locali, con università, organizzazioni di volontariato e del terzo settore, associazioni sportive. I docenti che decideranno di aderire su base volontaria ai progetti potranno essere remunerati per i moduli didattici che saranno attivati. Dai documenti ufficiali si legge che le attività di Scuole aperte si svolgeranno dal 10 giugno al 19 luglio e dal 26 agosto al 13 settembre 2024, con calendari differenti a seconda delle scuole. I territori possono attraverso questi progetti fare rete attorno a progetti formativi e ricreativi.
Ma come saranno gestiti questi progetti? Saranno indirizzati ai luoghi dove le scuole aperte servono davvero? Il sud saprà fare uso delle risorse destinate al programma? Quali attività copriranno e quanti docenti si renderanno disponibili? Serviranno questi progetti a compensare le esigenze di tutte quelle famiglie che non hanno la possibilità di scegliere altre alternative? A fine estate si potrà fare un bilancio. L’auspicio è che i 400 milioni vadano dove c’è davvero bisogno di una scuola aperta.
Assunta Viteritti