Allarme aviaria e nuovo rischio pandemico

E’ di queste settimane la notizia che il virus dell’influenza aviaria si sta diffondendo tra i mammiferi, soprattutto negli Stati Uniti, col concreto rischio che il virus infetti l’uomo, generando, in virtù del fatto che si tratterebbe di un agente totalmente sconosciuto al nostro sistema immunitario, una nuova pandemia, che rischierebbe – a giudizio di molti addetti al settore – di essere più grave del covid 19. Ciò che fa scalpore, comunque, e che ci indigna non è tanto il fatto in sé (pare che dovremo abituarci al passaggio di specie di alcuni virus con rischio ciclico di pandemie), quanto la situazione di assoluta inadeguatezza del nostro SSN.

E’ come se l’esperienza drammatica del 2020 e 2021 non ci avesse insegnato nulla, con l’aggravante che, ad oggi, il progressivo abbandono di personale medico dagli ospedali pubblici, ha reso i nostri ospedali – e in particolare i pronto soccorsi – ancora più carenti. Il numero di posti letto di terapia intensiva, vero tallone d’Achille durante la passata pandemia, non è stato assolutamente adeguato e, in alcune realtà, come la Calabria, si continua a non potenziare la rete ospedaliera.

Non occorre, pertanto, essere profeti per capire che il rischio concreto di una nuova pandemia ci troverebbe ancora più impreparati rispetto a 4 anni fa con immaginabili conseguenze. Dei fondi del PNNR, generati   proprio in conseguenza dell’ondata pandemica, meno del 9% sono stati destinati alla sanità. Alcune regioni come la Lombardia, si stanno organizzando attraverso il potenziamento di una sanità privata, che, a fronte del pagamento delle prestazioni garantisce servizi rapidi e senza attesa. Il quadro a livello nazionale è desolante per l’assoluta inadeguatezza di un sistema le cui falle sono state ampiamente e tristemente sperimentate in tempi recenti e per le quali nulla si è fatto e nulla è in programma. Provate a pensare a una Nazione in guerra, che faticosamente ha vinto una battaglia e che, di fronte a nuove minacce non potenzia il suo sistema di difesa e non potenzia l’esercito con nuovi mezzi e più uomini.

Significherebbe una sconfitta certa. Una classe politica assolutamente inadeguata che non riesce a gestire e spendere adeguatamente ingenti risorse e che si fa trovare ancora impreparata di fronte a nuove emergenze, sarebbe inevitabilmente la principale responsabile delle conseguenze di nuovi eventi. Scaramucce, interessi frazionali stanno impedendo di potenziare adeguatamente il nostro servizio sanitario nazionale, disperdendo in mille rivoli un fiume di danaro che sarebbe dovuto servire a renderci più forti e resilienti di fronte a nuove minacce.

Mancati investimenti, scarse retribuzioni, turni di lavoro massacranti stanno creando le premesse per un    esodo massiccio già in atto dal pubblico. Già oggi, in una situazione di “normalità” è difficile curarsi nel pubblico,  con servizi di emergenza in ambascia, proviamo solo a immaginare cosa potrebbe succedere di fronte a una nuova emergenza.  C’è bisogno di agire e che i politici trovino il coraggio di farlo, c’è bisogno di osare. “Diffidiamo di quelli che in politica si definiscono moderati. Lo sono per mancanza di idee (Fabrizio Caramagna) ”.

Massimo Conocchia

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