Centro storico: ora basta!

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Come Comitato Beni Comuni ci chiediamo se Acri abbia deciso che cosa voglia essere e dove voglia andare. I programmi elettorali sono il patto tra chi si candida per governare e chi viene governato. Siamo al secondo mandato e questo dimostra che i cittadini hanno, ulteriormente, deciso che siamo in buone mani e stiamo andando nella direzione giusta. Noi come comitato, invece, poniamo una riflessione: prima della domanda “cosa possiamo fare per questo paese”, non sarebbe utile porsi quella “come dobbiamo pensare”?

Il centro storico considerato nel programma si riduce ad una ristrutturazione di un sotto strada  da destinare, sulla carta, al settore dell’artigianato, così si dice, ma non è dato sapere, intanto chiediamo quali siano le attività artigiane presenti nel territorio che abbiano bisogno di questi pochi metri quadri; come anche, la ristrutturazione di Piazza Marconi che rende esiguo il numero di venditori ortofrutticoli vista la ridotta capacità di spazio della piazza, a causa dell’intervento di affollamento di arredi. Sorvoliamo sull’intervento prettamente architettonico snaturante l’identità del luogo con finto legname a basso costo e lamiere.

Da anni stiamo promuovendo incontri-dibattito, ora anche grazie all’evento estivo “#CITTADINANZAEPARTECIPAZIONE”, facendo emergere una serie di problematiche che stanno impedendo al centro storico di avere un ruolo di primo piano in un progetto di crescita e di rilancio. Questa è la summa del documento, in lavorazione, che, a breve, sarà sottoscritto e pubblicato dai rappresentanti di alcuni tra comitati civici e associazioni di residenti. Siamo stanchi di aspettare e vedere una situazione in continuo peggioramento nel più totale disinteresse ed immobilismo. Intendiamoci, la prima tutela del centro storico spetta ai residenti, ma la politica non può restare sorda davanti a delle emergenze che sono sotto gli occhi di tutti, anche di quelli degli amministratori e tecnici comunali ai quali basterebbe affacciarsi dalle finestre del municipio per vedere nel retro una parte del rione Costarella con tetti cadenti, porte e imposte divelte, arbusti, spazzatura  e gatti e topi ai quali bisogna riconoscere una insolita ed educata stanzialità tra le rovine di cui sono ospiti.

Abbiamo più volte sollevato il problema della sicurezza relativo alla incolumità fisica di abitanti e passanti nel centro storico per cui c’era stata data garanzia di interventi, i quali non sono stati mai realizzati. Abbiamo chiesto maggiore pulizia e non c’è stata. Chi in questi anni ha ripetuto che il centro storico non avesse problemi, probabilmente ne è sempre stato alla larga. Oggi la parte antica del paese è sempre più abbandonata da una classe amministrativa che pensa, probabilmente, “agli interessi di bottega” e, al tempo stesso, ritenendosi assertrice del suo rilancio. Qui si continua a confrontarsi con un centro storico abbandonato a sé stesso, senza adeguate attenzioni.

Quindi, se l’amministrazione intende fare qualcosa, lo faccia subito. Magari, ad esempio, puntando su un piano particolareggiato per il centro storico e che fornisca incentivi a chi sia propenso ad abitarlo. Si potrebbe programmare la riduzione dei tributi comunali per un periodo quinquennale o, addirittura, decennale: sarebbe un bell’aiuto. Fino ad oggi, si è assistito ad annunci spot, ma in sostanza il nulla. Acri paese dell’accoglienza, paese dell’intelligenza acuta, paese dove tutto cambia per non cambiare. Non lasciatevi imbrogliare dai bei discorsi così frequenti perché è l’ennesimo luogo comune. E’ l’ennesima trovata del paludato “establishment” per liquidare la faccenda e non cambiare nulla. Ora basta, ma basta davvero.

Comitato Beni Comuni di Acri

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