Questione ospedale, dietrofront dell’amministrazione?
L’esito dell’ultima seduta della commissione sanità allargata non è stato positivo. Si è avuta la percezione di un sostanziale dietrofront da parte della maggioranza rispetto alle iniziative di protesta (ricorso al TAR, manifestazione di piazza e di protesta contro il decreto 78 ad Acri e sotto la cittadella regionale). Quanto affermato dai rappresentanti della maggioranza presenti alla seduta lascia trasparire un appiattimento degli iniziali propositi ed un allineamento alle linee guida regionali sulla riorganizzazione delle rete ospedaliera dettate dall’ultimo decreto commissariale, tant’è che in conclusione dei lavori ho avvertito la necessità di chiedere a tutti i partecipanti alla commissione quale sia stato il senso di quelle iniziative di piazza se alla fine ci dobbiamo accontentare dei soliti rimedi tampone ed a tempo che ci vengono prospettati dai vertici aziendali, cioè delle briciole.
Che senso ha accontentarsi di una chirurgia multidisciplinare che dopo il pensionamento dei dott.ri Caravetta e Azzinnari e la prossima quiescenza del dr. Bonparola – prevista per ottobre p.v. – sarà legata ad una convenzione esterna con un medico-chirurgo già in pensione le cui prestazioni, a gettone, saranno garantite fino a quando ci saranno i fondi per farlo? Perché solo adesso è stato possibile reperire un altro anestesista, sempre a prestazioni aggiuntive, quindi fino a quando non finiranno i soldi messi a disposizione dall’ASP di Cosenza, per riattivare gli interventi in day hospital e non è stato fatto prima, quando ancora l’ospedale aveva nel proprio organico ben tre chirurghi che per lungo tempo non hanno avuto la possibilità di eseguire interventi ? Quanto costerà all’azienda ospedaliera di Cosenza ogni giorno di interventi programmati con personale esterno (a gettoni) e quanto invece sarebbe costato garantire lo stesso servizio con personale interno ? Credo molto ma molto meno. È questo un modo oculato ed efficiente di gestire le risorse pubbliche in un settore, quello sanitario, che vede i bilanci sempre in rosso ?
Scelte illogiche ed incomprensibili, molto dispendiose per l’Azienda, che non apporteranno alcun valore aggiunto al Beato Angelo e che, in assenza di soluzioni definitive, non fanno altro che aumentare il rischio di una graduale chiusura delle prestazioni chirurgiche. Il nostro ospedale ha bisogno di interventi risolutori e strutturali e non di servizi a tempo determinato, garantiti fino a quando ci saranno i soldi per farlo. Esiste una graduatoria di medici-chirurghi presso l’ASP di Cosenza, perché non attingere da lì per sopperire al pensionamento del personale medico anziché ricorrere alle prestazioni aggiuntive che costeranno un salasso ? Il Beato Angelo ha bisogno di un medico-radiologo in pianta stabile per un efficiente e sufficiente funzionamento della TAC e della RMN, perché l’ASP non dispone il trasferimento di una unità medica da quei presidi dove pare che le prenotazioni per questo genere di prestazioni diagnostiche siano scarse ?
Acri ed i suoi cittadini hanno bisogno di un ospedale per acuti che eroghi tutti i servizi essenziali di un nosocomio di montagna. Chiedere di inserire negli spazi dell’ospedale per acuti 20 posti letto afferenti all’ospedale di comunità (che fa parte del distretto e non della rete ospedaliera), a gestione prettamente infermieristica e con l’ausilio dei medici di base, vuol dire aprire le porte alla drammatica possibilità che da qui a qualche anno il ns. ospedale venga trasformato definitivamente in una scatola vuota (Hospice, ospedale territoriale, Casa della comunità, etc.), dove non viene garantito nemmeno il servizio di P.S. h24. Non sono queste le scelte che preserveranno il ns. ospedale da pericolosi smantellamenti dei servizi ancora in essere. L’Azienda sanitaria vuole aprire un ospedale territoriale ad Acri? Che ben venga, ma lo faccia in spazi diversi da quelli ospedalieri!
Mi chiedo quale sia la finalità e come sia possibile per un’amministrazione scesa in piazza per difendere quel poco che rimane funzionante del ns. ospedale avallare o addirittura farsi promotrice di proposte che vanno in direzione diametralmente opposta.
Personalmente ed a nome di Sinistra Italiana non appoggerò nessuna proposta o documento politico che vada in questo senso, né in commissione né in consiglio, ma cercherò fino alla fine di difendere quelle che sono le prerogative e le funzioni del nostro ospedale di montagna.
E nel mentre la dirigenza dell’ASP cosentina, probabilmente sotto suggerimento politico, pensa a dispensare pennacchi senza senso a qualche infermiere che opera nel ns. ospedale mi auguro che la stessa cosa facciano anche gli altri colleghi consiglieri, nell’interesse esclusivo dei ns. concittadini e della città.
Il consigliere comunale di “Alternativa per Acri”
Angelo G. Cofone