25 aprile: le parole che Antonio Scurati non ha potuto dire

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Lo scorso fine settimana, lo scrittore Antonio Scurati avrebbe dovuto leggere, in una trasmissione su  Raitre, un monologo sull’antifascismo e sulle difficoltà dell’attuale destra di governo, ai massimi livelli istituzionali,  di  dichiararsi antifascista.

Il testo non è piaciuto al comitato di redazione che lo ha censurato. Il caso è stato sollevato dalla stessa giornalista Serena Bertone, che avrebbe dovuto ospitare lo scrittore e che coraggiosamente ha denunciato la cosa. Di fronte all’ennesima prova di come il servizio pubblico sia nella sua globalità asservito al governo, il presidente del Consiglio ha, nel tentativo di metterci una pezza, se possibile peggiorato una situazione già di per sé grave. Giorgia Meloni ha dichiarato che dietro la mancata messa in onda del monologo ci fossero, in realtà, delle motivazioni economiche. Ossia, la Rai si sarebbe rifiutata di pagare la somma di 1.800 euro di compenso. E qui la situazione si è fatta più imbarazzante: se la premier fosse entrata nel merito dei compensi, assai spesso più onerosi, dati ai vari ospiti, non ci sarebbe stato nulla di grave: la cosa strana è che, nel tentativo di ammantare con motivazioni diverse quella che è apparsa ai più come una censura, si è concentrata su un compenso, non solo in linea ma generalmente inferiore a quelli percepiti da molti ospiti nelle varie trasmissioni. In realtà, esiste un documento diffuso con quale l’azienda di Viale Mazzini scrive chiaramente “contratto annullato per motivi editoriali”. L’ennesimo episodio contribuisce a delineare un quadro a tinte fosche, nel quale l’informazione pubblica è totalmente asservita a chi governa e persino un monologo su una festa che celebra la ritrovata libertà e la vittoria sul nazi-fascismo, diventa motivo di purghe e censure. La lottizzazione è sempre esistita ma mai avevamo assistito a un quadro di un servizio pubblico totalmente in mano a chi governa. L’imperativo è chiaro: stroncare ogni dissenso. L’atteggiamento urticante verso il dissenso, le domande scomode sono ormai parte di uno status quo. Le conferenze stampa ridotte al lumicino, il rifiuto di rispondere a domande, fanno tutti parte di un cliché orami in uso e che vede nel contraddittorio un elemento di fastidio. Già lo scorso 25 Aprile avevamo assistito a alte cariche dello Stato che si rifiutavano di riconoscere il valore fondante della Liberazione  per il nostro attuale assetto. Quest’anno la cosa è ancora più grave, in quanto il Presidente del Consiglio giustifica una censura, cercando di ammantarla con motivazioni poco convincenti. La stessa giornalista che avrebbe dovuto ospitare lo scrittore ha,  ribadiamo, contribuito a sollevare il polverone. Questa Destra è destinata a restare in sella, nonostante quasi due anni di malgoverno, ancora per tanto, grazie all’incapacità e alla cecità di chi sta dall’altra parte. Sarebbe bene, quindi, che qualcuno spieghi a questi signori che la democrazia è fatta di contraddittorio e di libertà di espressione e che cercare di soffocare il pensiero divergente non otterrà che l’effetto di fare da cassa di risonanza nei confronti di quelle idee che si vorrebbero stroncare sul nascere.

Viva il 25 Aprile, viva la Liberazione. Ora e sempre RESISTENZA!

Massimo Conocchia

https://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/il-monologo-di-antonio-scurati-sul-25-aprile-letto-da-serena-bortone/467436/468392

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