Ospedale, un consiglio comunale infruttuoso

Scontro tra maggioranza e opposizione, uno spettacolo indecoroso e ridicolo sulla gestione del consiglio comunale e delle sue regole.

Anziché pensare al bene della città e mettere in atto idee e proposte sul tema sanità, si assiste per la maggior parte del tempo ad un cabaret con urla e strepiti.

Riguardo la questione sanità, ritornata prepotentemente in auge quasi in contemporanea all’arrivo della bella stagione elettorale, mi domando il perchè nessun esponente dell’attuale maggioranza(dal momento che sono molto bravi nel criticare le precedenti amministrazioni), abbia avuto il coraggio di segnalare oggettivamente l’incapacità dell’ ex presidente della Regione Calabria Gerardo Mario Oliverio nella ricerca di una soluzione valida (oltre alla burla di ripetere continuamente che non era stato designato commissario alla Sanità, potete chiaramente dire che non era ritenuto in grado di ricoprire tale mansione neanche dai vertici del partito di appartenenza, visto che il governo nazionale di allora, era guidato dal Partito Democratico).

Dall’ arrivo di Occhiuto in Regione, il coraggio dei soliti noti è tornato a bussare sotto forma di prevedibili attacchi a carico del governo regionale, dimenticando che ad oggi l’attuale presidente stia svolgendo in modo eccezionale tutto quello che non si è riuscito a fare da tanti anni a questa parte.

Il consiglio comunale di ieri consegna un quadro politico allarmante: l’incapacità, da parte della maggioranza, di assumersi la responsabilità dei propri errori. L’articolo 32 della carta costituzionale indica «la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività» e la legge 833/78 che istituiva il Servizio Sanitario Nazionale aveva fra i suoi obiettivi il superamento degli squilibri territoriali, cosa che a oggi viene meno.

Il nostro sistema sanitario pubblico “è stato sottoposto a uno stress fortissimo negli anni della pandemia e oggi di nuovo si ripresenta con il rischio di un declassamento. L’attuale sindaco da buon Pinocchio sfrutta l’opportunità, invece di cercare il dialogo con la filiera istituzionale, parte improvvisamente in terza, invita i sindaci dei paesi limitrofi, invoca la cittadinanza a radunarsi per “salvare l’ospedale di Acri”. Un mistificatore della realtà, che tra l’altro dichiara pubblicamente: “la manifestazione di pochi giorni fa non era una manifestazione di tema politico” (però guarda caso ha ritenuto opportuno invitare anche i suoi compari regionali di partito).

Ormai abbiamo capito che la campagna elettorale per qualcuno sia già cominciata, peccato però non si ricordi che solo qualche anno fa, paragonava l’ospedale di Acri al Gemelli di Roma (Pino facebook ti rovina i piani).

Dal mio modesto punto di vista, credo che un buon amministratore avrebbe dovuto interpellare nei mesi precedenti l’intera cittadinanza in un consiglio comunale aperto, dove tutta la comunità avrebbe potuto contribuire ad apportare la propria visione, cercando una valida proposta. Dal momento in cui gli obiettivi prefissati con la filiera istituzionale sarebbero venuti meno, si sarebbe mobilitata l’intera cittadinanza. Lei invece preferisce attaccare e chiudersi al dialogo, come d’altronde fa da 7 anni a questa parte. Un vero opportunista politico, strumentalizza ancora una volta un tema complicato e importante, senza nessun tipo di proposta, confermando la tesi di una bella propaganda a sfondo elettorale. Caro sindaco, chi entra papa ner conclave, ne risorte cardinale.

Francesco Pellicorio

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