‘Volare’, la canzone del boom economico e della rinascita

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Una delle canzoni italiane più conosciute all’estero è proprio il
successo di Domenico Modugno “Volare“. Questa canzone potrebbe essere
assunta come la colonna sonora degli anni della ripresa e della
rinascita del nostro Paese. In men che non si dica, è  entrata nel
cuore degli americani, che per Modugno coniarono l’etichetta di
“Mister volare” .

Dean Martin è stato uno degli interpreti più famosi
di questa canzone oltre oceano. Il brano simboleggia ben più di un
successo epocale. E’, come dicevamo nel titolo, la colonna sonora
degli anni in cui il nostro Paese si risollevava, dopo il periodo
scuro del fascismo e della guerra. Si apriva un’epoca di benessere e
la canzone di Modugno simboleggiava maggiormente questo desiderio di
“volare … nel blu dipinto di blu“. Il titolo della canzone diventa
anche un film scritto da Ettore Scola e Cesare Zavattini fra gli
altri.

Quando Domenico Modugno apparve sulle scene, si pensava si
trattasse di un cantante siciliano, perché alcune sue canzoni iniziali
erano in dialetto siciliano (ad esempio u’ pisci spada). Volare è
stata la canzone che ha consacrato sulla scena internazionale il
grande cantante nato a Polignano a Mare. Modugno e Franco Migliacci
con questo testo hanno contribuito a rivoluzionare la percezione della
musica italiana nel mondo. “Volare” non rappresenta solo una canzone
famosa.

Essa simboleggia l’intera nazione con la sua voglia di
rinascita e di vivere una fase nuova. L’Italia mancava di tutto e
sognava il benessere e la ripresa, che vedeva a portata di mano. 65
anni dopo “Volare” continua a rappresentare il meglio dell’Italia nel
mondo, un brand di qualità, che testimonia di un Paese con tanta
voglia di crescere, farsi amare. Quella voglia e quel dinamismo che
oggi spesso difetta. Il benessere, a volte,  non è uno stimolo a
migliorare.

L’Italia di allora era profondamente diversa da oggi, ma
aveva una voglia di riscatto che emergeva in ogni suo aspetto. Quanto
lontani appaiono quegli anni, visti con la lente opaca e offuscata di
oggi e quanto estranea al nostro essere attuale appare quella voglia
di riscatto, che ci caratterizzava in  quegli anni nei quali, fra
l’altro, c’era un orgoglio e un dinamismo che ci ha permesso di essere
quelli che siamo.

L’apatia e la rassegnazione di oggi è in parte il
riflesso del diverso contesto, meno sicuro e più precario ma è, al
tempo stesso, espressione di un diverso atteggiamento nei confronti
della  vita e di diverse aspettative.  C’è
solo da augurarsi che l’incipit della canzone non si avveri, anzi,
speriamo che “un sogno così” possa ancora ritornare, emblema di
rinascita e riscatto.

Massimo Conocchia

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