Il tonno in scatola fa bene o male?
È uno dei cibi che non manca mai nelle dispense di studenti e lavoratori fuorisede e la soluzione salva-cena più adottata sia dai single che dalle famiglie.
Stiamo parlando del tonno in scatola: fresco, leggero, pronto da mangiare e a lunga scadenza. Poche calorie, grassi buoni, tante proteine, il tonno è uno degli alimenti più indicati per le diete ipocaloriche o degli sportivi. A differenza del pesce fresco, quello in scatola si trova facilmente in tutti i supermercati a prezzo abbastanza contenuto e si conserva per molto tempo. Sono molti i vantaggi quindi. Ma è davvero un buon alimento da consumare nella propria dieta oppure il tonno in scatola fa male come alcuni dicono? Sfatiamo subito il primo mito. Secondo gli esperti della nutrizione, è una buona alternativa al tonno fresco e può essere consumato senza particolari preoccupazioni. Attenzione però alla qualità che si sceglie e alle informazioni riportate in etichetta. Vi sono infatti alcuni fattori che possono influire negativamente sul prodotto e renderlo meno sano rispetto a quello che si trova in pescheria.
Vediamo quindi quali accorgimenti è bene tenere a mente quando si fa la spesa per evitare spiacevoli controindicazioni.
Scatoletta o barattolo in vetro?
Sugli scaffali dei supermercati il tonno viene venduto in lattina o dentro barattoli di vetro. Benché entrambi i formati siano sicuri per la salute dei consumatori, vi sono alcuni motivi che dovrebbero portarci a preferire il tonno conservato in vetro.
Prima di tutto, il barattolo di vetro consente di vedere immediatamente il colore del pesce e capire a vista d’occhio se si tratta di prodotto fresco, surgelato o trattato.
Un tonno in scatola di buona qualità dovrà presentare un colore rosato, privo di riflessi e sfumature. In secondo luogo, il tonno conservato in vetro si mostrerà più compatto rispetto a quello contenuto all’interno delle lattine piccole. Ciò è dovuto al fatto che il barattolo può contenere più carne, quindi i filetti di muscolo vengono inseriti integri, mantenendo inalterate le proprietà organolettiche dell’alimento.
Al contrario, il tonno nelle lattine non sarà altro che composto da resti di pesce sminuzzati, a discapito della qualità.
Infine, nonostante gli standard di produzione siano altissimi e attenti alla salute dei consumatori, nel tonno in scatola si potrebbe rischiare la contaminazione con sostanze tossiche rilasciate dalle lattine se il prodotto non è stato correttamente conservato (ad esempio in seguito a esposizione al sole prolungata).
Tonno in scatola: meglio se al naturale
Studi scientifici hanno dimostrato che, a parità di qualità, il tonno in scatola e quello fresco presentano gli stessi valori nutrizionali. La conservazione in scatolette o vasetti, quindi, non ne pregiudica le proprietà.
Il tonno in scatola si rivela allora un’ottima alternativa al pesce fresco, a patto però che sia conservato in salamoia. Non si può dire lo stesso, infatti, del tonno sott’olio.
Anche in questo caso vi sono alcuni motivi che dovrebbero spingerci a preferire il tonno al naturale rispetto a quello conservato nell’olio.
Il primo tra tutti riguarda la quantità e qualità dell’olio di conservazione. I prodotti più commerciali, venduti nei supermercati a prezzi più accessibili, contengono spesso oli di scarsa qualità, dall’origine non certificata e talvolta miscelata con liquidi meno salutari dell’olio d’oliva.
Un altro fattore da tenere in considerazione è l’apporto calorico. Il tonno normalmente apporta circa 130 calorie ogni 100 grammi. La presenza dell’olio di conservazione però, che viene in parte ingerita insieme al pesce, fa lievitare vertiginosamente il conto delle calorie.Soprattutto per chi segue un regime ipocalorico, quindi, il tonno sott’olio non è la scelta ideale; meglio optare per quello al naturale.
Se proprio non si vuole rinunciare al tonno sott’olio, allora, sarebbe opportuno leggere attentamente l’etichetta per assicurarsi che non siano stati aggiunti conservanti e scegliere prodotti di alta qualità (che avranno un prezzo maggiore) in cui è impiegato olio extra vergine di oliva.
Inoltre, sarebbe opportuno sgocciolare il pesce dall’olio prima del consumo per evitare un eccesso di calorie.
Il tonno in scatola fa male? Quantità e controindicazioni
Come per tutti gli altri alimenti conservati, consumare quantità eccessive di tonno in scatola non è una buona idea per la salute.
Non solo perché contiene una percentuale di sale maggiore per evitare il deterioramento, ma anche perché il pesce inscatolato può contenere livelli più alti di metalli pesanti e purine rispetto al prodotto fresco.
La quantità ideale di tonno in scatola da consumare a settimana corrisponde a 1-2 confezioni piccole (o 1 barattolo di vetro), poi è consigliabile variare nella dieta consumando il prodotto fresco di pescheria e altre varietà di pesce.
Infine, vi sono alcuni casi in cui è meglio evitare il consumo di tonno in scatola o sentire prima il parere del medico. È il caso delle donne in gravidanza o in allattamento e in chi soffre di disturbi epatici (a causa della presenza di mercurio) e dei soggetti che soffrono di iperuricemia (a causa delle purine).
Antonia Cassavia
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