No al Ddl Calderoli sull’autonomia differenziata

Il progetto dell’autonomia differenziata per come disegnato dal Ministro Calderoli, se

passasse, così come auspicato dalle forze politiche di centrodestra, oggi al governo del paese, aumenterebbe drasticamente le disuguaglianze tra Regioni ricche e Regioni povere, con la conseguenziale crescita dell’impoverimento di queste ultime.

Il disegno, certamente scellerato, di Calderoli prevede che alcune Regioni possano richiedere più autonomia e più potere rispetto ad altre su numerose ed essenziali tematiche che vanno ad incidere radicalmente sul destino dei cittadini, tra queste tematiche vi sono: l’istruzione, la ricerca scentifica, la sanità, l’ambiente, i trasporti, ma anche tanto altro.

Il divario tra le Regioni del Nord del paese e quelle del Sud, le prime notoriamente più

ricche delle seconde, aumenterebbe in maniera ancora più considerevole con la richiesta autonomia leghista.

Si creerebbe un regionalismo a macchia di leopardo che contrasterebbe con quello che invece dovrebbe essere un regionalismo cooperativo proiettatto a garantire i principi

costituzionali di unicità e indivisibilità della nostra Repubblica.

Con l’autonomia differenziata, gli esecutori di questo disegno di legge, vogliono ampliare la logica che chi è ricco deve continuare ad essere sempre più ricco e chi è povero deve continuare ad essere sempre più povero.

Vogliono tornare, in poche parole, al criterio della spesa storica secondo la quale le Regioni non meritevoli, perchè non hanno strutture adeguate, non devono avere fondi, mentre le regioni che hanno asili, scuole, ospedali di eccellenza, essendo meritevoli, devono ricevere fondi.

Esattamente il contrario di quello che andrebbe fatto.

Dunque, con l’autonomia differenziata, si delinea come un vero e proprio attacco al Sud, alle sue istituzioni ed al suo popolo, da parte dell’esecutivo a guida Meloni.

Bisogna perciò opporsi con tutte le forze a questo progetto scellerato delle destre che va a danneggiare pericolosamente anche la nostra Calabria.

La nostra Regione, infatti, non potendo vantare, storicamente, strutture all’avanguardia, secondo la logica leghista contenuta in questa legge, non è meritevole di alcun sostegno economico da parte dello Stato.

E’ bene dunque che anche la Calabria si mobiliti contro quella che si palesa come una

vera e propria secessione tra Nord e Sud.

Una secessione mascherata come autonomia differenziata, studiata a tavolino, a danno

del Sud e dell’efficienza dei servizi delle regioni meridionali.

Per le suddette ragioni l’ANPI di Acri sarà, unitamente alla CGIL, il 23 marzo 2024, a

Cosenza, alla manifestazione contro l’autonomia differenziata per quella che dovrà essere una grande rivolta pacifica di popolo contro l’ennesimo scellerato disegno di legge, antimeridionale, a firma leghista.

ANPI Acri

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