Cinque anni di condivisione e battaglie comuni
Domani Acrinews compirà cinque anni. Ne scriviamo orgogliosi e felici come si trattasse di un figlio, cresciuto e allevato con cura. Vederlo crescere rigoglioso e apprezzato è per noi fonte di gioia.
Sono tante le immagini che affollano la nostra mente in questi giorni, a cominciare dai giorni immediatamente precedenti alla nascita ufficiale, le attese, la cura per ogni particolare, la necessità di avere collaboratori di spessore per fornire, in ogni ambito, delle testimonianze autorevoli.
Nel corso del tempo la redazione è cresciuta, impreziosendosi di nuove “penne”, che nei vari campi, rendono quanto mai composito il parterre di relatori, cui va il nostro
ringraziamento per avere condiviso e condividere tutt’oggi un progetto che, non avendo padroni, rappresenta la libera espressione del pensiero di ognuno. Una regola non scritta – ma da tutti ugualmente osservata – ha illuminato il nostro cammino: il rispetto delle persone e il categorico rifiuto agli attacchi personali. A qualcuno che aveva questo tipo di concezione abbiamo suggerito l’utilizzo della forma
espressiva del manifesto, piuttosto che l’utilizzo di una testata nata per garantire pluralismo e rispetto di tutti.
Una storia non lunghissima la nostra ma sufficiente per fare un primo,
sommario bilancio, che è fatto di tante voci, tra le quali primeggia una parola un po’ desueta ma che occorre recuperare: rispetto.
Rispetto per chi scrive, rispetto personale per chiunque, al di là delle posizioni. E’ questo, forse, uno dei messaggi più significativi che il nostro decano, oltre che firma più autorevole, Giuseppe Abbruzzo, ci ha tramandato col suo modo di essere e di praticare il giornalismo.
Ricordiamo, eravamo nei primi anni 80’, un dibattito agguerrito in una riunione redazionale (allora si svolgevano al I piano del Palazzo Padula). C’era un collaboratore di Confronto che voleva uscire con pezzo che conteneva invettive e attacchi personali, anche se indiretti – senza mai citare la persona – contro un esponente politico del tempo.
Abbruzzo si oppose e disse che il pezzo non sarebbe uscito su “Confronto”. L’interlocutore, incredulo, ribattè: “ma come? Lui ti ha sempre attaccato politicamente, senza mai alcun riguardo e con argomenti falsi”. Pacatamente, Abbruzzo replicò: “Io, noi, siamo diversi..abbiamo un’etica che ci contraddistingue, la gente capirà..” e aveva ragione.
Tutto questo per dire che alcuni valori sono stati traslati nella nuova creatura, che, nonostante qualche raro attacco, ha saputo e saprà distinguersi per etica e stile. Fino a quando questi principi continueranno ad essere rispettati, il nostro cammino comune
proseguirà con lo stesso entusiasmo e la stessa lena.
Massimo Conocchia