Addio a Vincenzo Rizzuto, intellettuale rigoroso ed onesto
È sempre difficile esprimersi su una persona che ci ha lasciato. Da una parte le emozioni possono avere la meglio, rendendoci meno obiettivi, dall’altra si è spesso portati a magnificare la persona in forza di un evento che inevitabilmente colpisce. Non è così per il professor Vincenzo Rizzuto, intellettuale onesto, generoso, di grande passione. Lo abbiamo conosciuto, giovanissimi, quando sosteneva senza risparmio battaglie civili con un impegno politico che raramente si è visto. Si spendeva e si è speso anche successivamente per i più deboli, i bisognosi. Cresciuto alla bottega del padre, mastro Ciccio, grandissimo e bravissimo artigiano, aveva affinato la tecnica dell’armiere e del riparatore di orologi. Provenendo da una famiglia non agiata, come del resto noi, gli studi erano un “lusso” che non sempre ci si poteva permettere. Con notevoli sacrifici è riuscito a laurearsi, esercitare la missione di professore di storia filosofia per anni, per coronare poi la sua carriera come preside degli istituti superiori. Il nostro primo incontro diretto fu nel 1983, quando venne ad Acri quale commissario di storia filosofia agli esami di Stato presso il liceo che frequentavamo. Fu il nostro commissario per la maturità . Da allora gli scambi e la corrispondenza si sono negli anni intensificati, fino a divenire un rapporto franco di amicizia, di scambi epistolari, di email e, in anni più recenti, ci scambiavamo i libri e le recensioni. L’ultima sul suo libro l’avevamo fatta nel luglio scorso. Di Vincenzo Rizzuto deve restare l’assoluta onestà intellettuale, l’impegno civile inteso come missione di un intellettuale organico, la passione che metteva in ogni cosa, l’amore per la propria terra. Nonostante non vivesse più ad Acri da anni,
spesso vi ritornava, ritrovando amici vecchi e nuovi. Ad ogni nostro articolo puntualmente interveniva con qualche commento e considerazione. Ricordiamo anche i suoi articoli più recenti sul nostro sito su situazioni di vario interesse ma sembra improntati sulla difesa di chi stava indietro dei più poveri, dei maggiormente bisognosi. Addio professore, che la terra sia lieve.
Massimo Conocchia