Dan Sperber e la diffusione delle idee e della cultura

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Dan Sperber, antropologo, linguista e scienziato cognitivo,  propone una chiave interpretativa molto interessante di come le idee e la cultura si possan diffondere e assimila la circolazione delle idee al meccanismo della diffusione dei virus e del contagio delle malattie infettive. Le idee, in buona sostanza, si diffondono più o meno velocemente a seconda che trovino organismi ricettivi in grado di accettarle e a loro volta diffonderle oppure gli stessi siano dotati di anticorpi in grado di opporsi a  questo “contagio”. E’ una teoria molto interessante in quanto spiega come l’assenza di preconcetti, di un retroterra sfavorevole, agevoli la circolazione delle idee e della cultura. Al contrario, come avviene, ad esempio, nei regimi totalitari o nei fondamentalismi, la rigidità e la scarsa elasticità verso teorie diverse può essere assimilata ai cosiddetti “anticorpi” che, contrariamente alla loro funzione da un punto di vista immunitario, in questo caso agiscono negativamente, da barriera alla diffusione, frenando un “contagio” positivo e impedendo la diffusione di idee diverse e opposte. A differenza, dunque,  di quanto avviene da un punto di vista fisiopatologico, la presenza di “anticorpi”, ben lungi dal rappresentare una protezione, sono un ostacolo alla diffusione e alla pluralità delle idee. Che fare dunque? Approcciarsi a qualsiasi idea o modello culturale senza preconcetti o pregiudizi, dunque senza “anticorpi”, ci permette di recepire ogni messaggio ed eventualmente assimilarlo senza la lente deformante dei nostri preconcetti e del limiti di un retroterra culturale, che a volte può essere un ostacolo.

Pensiamo a quanto difficile sia la diffusione e l’accettazione di culture diverse: ad esempio, la nostra e quella del mondo arabo e quanto, ciascuno dal proprio punto di vista, ci dimostriamo scarsamente disponibili ad accettare le idee e la visione del mondo dell’altro, antitetica rispetto alla propria. Le difficoltà di integrazione e assimilazione sono alla base di intolleranze e razzismo. La presunzione, che ci deriva dai nostri “anticorpi”, che le nostre idee siano quelle giuste, ci porta ad un atteggiamento rigido e impermeabile rispetto all’altro. Il modello interpretativo di Sperber serve a spiegare molti dei dissidi e dei conflitti attuali che, sebbene mossi da interessi economici e di predominio, hanno, non infrequentemente, alla base diverse culture e diverse visioni del mondo. L’incompatibilità tra questi diversi modelli genera intolleranza e odio.

La creazione di un nuovo ordine mondiale passa attraverso un diverso modello culturale, la riscoperta della tolleranza e il rispetto dell’altro. Un lavoro complesso e per nulla facile, che bisogna avviare dalla prima infanzia, prima che i nostri preconcetti ci offuschino e ci limitino.

Massimo Conocchia

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