Il diabete: una malattia dai costi sociali e sanitari altissimi

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Lo scorso 14 novembre si è celebrata la giornata mondiale del diabete. Si tratta, come tutti sanno, di una malattia che si manifesta per la mancanza o la difficoltà ad utilizzare un ormone, che è l’insulina, con conseguente difficoltà di ingresso di glucosio nelle cellule. Il glucosio è importante per i processi ossidativi intracellulari che determinano la produzione di energia.

Esistono due tipi di diabete.

  • Il diabete di Tipo 1, cosiddetto giovanile, che colpisce i bambini e i giovani, è la forma epidemiologicamente meno diffusa ma più grave ed è dovuta a una distruzione delle cellule beta del pancreas, che producono insulina. Questa distruzione è legata a meccanismi autoimmunitari (i nostri anticorpi che, verosimilmente per alterazioni della superficie cellulare, indotta da virus, aggrediscono le cellule del pancreas). La cura di questo tipo di diabete è l’insulina ed è fondamentale una diagnosi precoce. Individuare presto la malattia permette di curarla tempestivamente e prevenire episodi di chetoacidosi, che possono essere anche mortali se non trattati adeguatamente.
  • Il diabete di tipo 2, è la forma prevalente ed è legata a una ridotta produzione di insulina e/o a meccanismi di insulinoresistenza. In genere si avvale di trattamento con farmaci specifici e dieta.

Il diabete, dicevamo, è una malattia dai costi sociali notevoli. Ogni anno si spendono per il suo trattamento circa 15 miliardi di euro del Fondo Sanitario Nazionale; di questi, il 39% è speso per il trattamento delle complicanze. Il diabete, agendo subdolamente, è in grado di colpire e danneggiare svariati organi ed apparati, a cominciare da quello cardiovascolare, i reni, il sistema nervoso, gli occhi, la cute, una maggiore suscettibilità alle infezioni.

Fondamentale è un corretto stile di vita con dieta ricca di verdure, pesce e frutta; attività fisica (mezz’ora di passeggiata sostenuta almeno 5 volte a settimana).

Molti soggetti si trovano nella situazione cosiddetta di prediabete, ossia non si è ancora conclamata la mattia: in questi, informazione e stile di vita sono fondamentali per evitare il passaggio al diabete vero e proprio.

Oltre all’informazione e al corretto stile di vita, è importante lo screening, soprattutto nelle scuole per identificare i casi di diabete tipo 1 prima possibile. Il bambino con diabete tipo 1 comincia a manifestare alcuni comportamenti che devono subito insospettire: chiede spessissimo di andare a fare pipì, beve molto; ha molta fame ma spesso l’accrescimento non è proporzionale all’età. E’ spesso stanco e irritabile. Questi atteggiamenti devono indurre, perlomeno, a una semplice misurazione della glicemia, che, se alterata, deve portare a proseguire con le indagini. Ripetiamo che il diabete tipo 1 necessita di insulina e se non trattato può evolvere in chetoacidosi, potenzialmente mortale. Siamo convinti che in quest’ottica molto possano fare le associazioni, particolarmente quelle che hanno nei “service” la loro essenza; di concerto con le autorità scolastiche, che devono autorizzare, si potrebbero avviare delle campagne di screening, che riteniamo fondamentali. Solo con queste azioni si possono indentificare precocemente quelle forme di diabete più grave.

Informazione, stile di vita, diagnosi precoce sono essenziali per una corretta prevenzione e un adeguato trattamento di una malattia dai notevoli risvolti sanitari e sociali. Importante è anche il supporto psicologico: inizialmente, di fronte  a una malattia che ci impone restrizioni, prevale spesso il rifiuto e la depressione a cui segue l’accettazione e l’adesione al trattamento.

Massimo Conocchia

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