La protesta non scalda la piazza. Qualche centinaio di persone alla manifestazione del Coordinamento dei comitati e delle associazioni acresi

Si è tenuta stamattina la manifestazione di protesta indetta dal Coordinamento dei Comitati e delle Associazioni acresi.

Qualche centinaio di persone, tra cui molti studenti, hanno animato il corteo che è partito da Piazza Matteotti per raggiungere la sede municipale. Tanti i temi per i quali si è manifestato.

Tra questi, “il grave stato di abbandono delle periferie e  di tutto il territorio (viabilità impraticabile, arredo urbano indecoroso, centro storico sfigurato e fatiscente, economia bloccata, nessun progetto e prospettiva per i giovani, gestione inesistente delle problematiche sociali,  etc)”.

Ancora, “le ripercussioni negative del piano di dimensionamento scolastico su tutto il territorio acrese (gli accorpamenti previsti per l’Itcg Falcone, per le scuole dell’infanzia, della primaria e delle medie creano tanti disagi al personale scolastico e agli studenti)”.

Tra i motivi anche “la crescente riduzione dei servizi sanitari del nostro ospedale, del poliambulatorio e i disservizi del Cup stanno minando il diritto alla salute e alla cura di tutti i cittadini acresi e i problemi del servizio idrico e del controllo delle acque potabili (in molte zone della città spesso manca l’acqua o non è limpida).

Inoltre “i progetti di megaimpianti eolici a Serra Crista e Serra Capra che porteranno solo devastazione al nostro territorio e i pesanti aumenti irrazionali delle bollette dei tributi comunali (acqua e rifiuti)”.

Una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dal sindaco Pino Capalbo e dalla giunta municipale al completo. Sui temi oggetto della protesta vi è stato un confronto franco, andato avanti fino al primo pomeriggio, in cui non sono mancati momenti di polemica. Sull’eolico il sindaco si è detto disposto a fare un altro consiglio comunale aperto con la partecipazione del Comitato ProteggiAMO il territorio. Sul parco di Serra Crista, “non possiamo perdere altre occasioni; se non vi saranno ostacoli dagli enti preposti, andremo avanti, senza referendum”.

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