CineBookFood, presentato il libro di Giuseppe Scopelliti

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Si è tenuta ieri sera, al Punto Callipo, la presentazione del libro “Io sono libero”, dell’ex presidente della giunta regionale della Calabria, Giuseppe Scopelliti, edito da Luigi Pellegrini Editore.
L’iniziativa ha aperto la nuova stagione di CineBookFood, che rientra nel più ampio contesto di Cineincontriamoci, rassegna ideata e diretta da Mattia Scaramuzzo, in collaborazione con il Punto Callipo, Antonio Falivelli, e con la pro Loco e il patrocinio del Comune.
Ospiti Walter Pellegrini, della omonima casa editrice; il presidente dell’Opi della provincia di Cosenza, Fausto Sposato; il sindaco di Bisignano, Francesco Fucile; e quello di Acri, Pino Capalbo. Ha condotto la serata Piero Cirino, direttore di Acrinews.it.
Tra il pubblico anche quasi tutta la giunta municipale e il consigliere comunale di opposizione Nicola Feraudo. Nessun esponente dei partiti di centro-destra ha ritenuto opportuno prendere parte all’evento.
Walter Pellegrini ha spiegato come si è giunti alla decisione di pubblicare il libro, soffermandosi su alcuni aspetti originali del volume.
Fausto Sposato ha parlato di sanità, di quella dell’epoca Scopelliti, e dei problemi attuali.
Francesco Fucile ha invece centrato il suo intervento sugli aspetti umani del racconto fatto dall’autore del libro della sua detenzione nel carcere di Arghillà, in seguito alla condanna per falso ideologico.
Il sindaco Capalbo ha ricordato le fasi che hanno determinato il declino dell’osedale cittadino, imputando precise responsabilità all’allora commissario alla Sanità Giuseppe Scopelliti, soprattutto in riferimento alla creazione dello Spoke Acri-Castrovillari.
La reazione non si è fatta attendere: “senza quella soluzione – ha detto Scopelliti – l’ospedale di Acri, per come disposto dall’Agenas, in seguito al Piano di rientro di Loiero, sarebbe diventato un Pronto Soccorso. L’idea, concepita con Michele Trematerra – ha aggiunto l’allora commissario alla Sanità – era quella di far riacquistare all’ospedale di Acri la sua autonomia al termine del commissariamento, cioè a fine consiliatura”. Poi le cose andarono diversamente e quell’esperienza politico-amministrativa si concluse prima della sua scadenza naturale.
Quindi gli aspetti salienti del libro. Dall’esperienza in carcere, “in cui mi rendevo utile come potevo, in un clima in cui si azzera qualsiasi differenza di partenza”; agli affetti lontani, “mia mamma è morta senza sapere di avere un figlio in carcere”.
Le pubbliche manifestazioni d’affetto della figlia Greta “mi hanno molto colpito, dandomi sostegno e coraggio”.
Nel libro Scopelliti denuncia le preoccupazioni di molti consiglieri regionali in seguito alle sue dimissioni da presidente di dover concludere prima la consiliatura, con relativa perdita delle indennità mensili: “sì, è molto triste”. Poi, “spesso in consiglio regionale c’è un clima consociativo e, in talune circostanze, si fa finta di litigare”.
Sui rapporti con i Trematerra, presenti al Punto Callipo: “sono democristiani fino al midollo, con loro è impossibile litigare”.
Infine, “non vedo la politica nel mio futuro, sono mentalmente distaccato, non ci penso proprio”.
Soddisfatto Mattia Scaramuzzo, per il quale “anche in questo caso Acri ha dato prova di grande civiltà e democrazia”.

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