Quale che sia il giudizio politico e umano su Giuseppe Scopelliti, il bavaglio non fa parte della nostra cultura
Quello che sta accadendo in queste ore circa la presentazione del libro “Io sono libero” di Giuseppe Scopelliti, ex presidente della Regione ed ex commissario alla Sanità, ha dell’inverosimile.
Prendo per buone le critiche sulla gestione della sanità ai tempi in cui era commissario e quelle sulle sorti dell’ospedale cittadino (anch’io credo che lo Spoke con Castrovillari sia stata una soluzione a dir poco sciagurata), ma questo vi sembra un motivo per non permettergli di presentare un libro nella nostra città?
Su chi non vuole che parli perché sia stato condannato in via definitiva per falso ideologico sorvolo, perché la motivazione sarebbe di una gravità inaudita.
Nella vicenda giudiziaria non ci voglio entrare, ma mi rifiuto di credere che si voglia mettere il bavaglio, perché è di questo che si tratta, al netto di grossolani bizantinismi, a chi ha sbagliato, ha pagato e ora è una persona reinserita nella società con diritti e doveri pari a tutte le altre. Se continuate a pensare che sia un delinquente, nessuno può impedirvelo, ma vi prego non venite a dirmi che impedire l’evento di domani non sia censura.
Ricordo a me stesso che a Silvio Berlusconi, anch’egli pregiudicato, il nostro Paese ha riconosciuto il diritto, sancito dal voto, di sedere tra gli scanni di Palazzo Madama.
Se a Berlusconi l’Italia ha dato il laticlavio, a Scopelliti Acri non vuole riconoscere il diritto a presentare un libro.
Inutile dire che il volume sta attraversando l’Italia, senza che nessuno si sia sognato di impedire una qualsivoglia manifestazione.
Chiedere di annullare l’evento, come qualcuno ha pubblicamente fatto, sarebbe, per come la vedo io, un passo indietro storico della nostra civilissima e democratica comunità.
Non riconoscere il diritto di scrivere un libro di memorie all’ex presidente della Regione significa oltretutto delegittimare la casa editrice Pellegrini, che l’ha pubblicato; Gianfranco Fini, che ha firmato la prefazione; Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che ha partecipato alla presentazione barese del volume; Valerio Murgano, coordinatore delle Camere penali della Calabria; Amedeo Mormile, presidente della Provincia di Catanzaro; Filippo Mancuso, presidente del Consiglio Regionale della Calabria; e tanti altri esponenti del mondo istituzionale che non hanno ritenuto disdicevole intervenire alle tante iniziative organizzate. A Catanzaro, una tra tante, la manifestazione è stata patrocinata dalla presidenza del consiglio della Regione Calabria e dalla locale amministrazione comunale,
Piero Cirino