Troppo corta la memoria!

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      Ho visto con piacere la “bella” fotografia degli anni Trenta sulla famiglia Greco, pubblicata dall’ottimo collezionista Antonio Biagio Serra, e ho avvertito come un tonfo al cuore, seguito subito dopo da tante amare riflessioni, che mi hanno fatto male.

La foto ritrae una moltitudine di bambine povere che le due sorelleGreco-Pancaro, in anni di miseria nera,educavano nella propria casa non solo insegnando loro a leggere, scrivere e far di conto ma anche vari mestieri: sartoria, ricamo e tante altre attività dell’economia domestica. Tutto questo per sottrarre quelle stesse creature alla strada, alla perdizione sicura, nella speranza di farne buone donne di casa,e possibilmente spose. I Greco finanziavano tutto questo come meglio potevano con quel poco di agiatezza che avevano.

Stiamo parlando della famiglia cui apparteneva pure Francesco Maria Greco, fondatore della congregazione religiosa dei ‘Sacri cuori di Gesù’. Anche lui da povero parroco dedicò tutta la sua esistenza a soccorrere i poveri non solo con le preghiere ma sopratutto con l’accoglienza e la cura fisica. Nei primi anni Venti riuscì ad aprire, pur avversato da ogni parte, un piccolo ospedale, il “ Charitas”, destinato a durare fino agli anni Settanta!

Quella illuminata famiglia deiPancaro-Greco già un secolo addietro aveva capito che i derelitti, gli emarginati e il degrado sociale dovevano essere affrontati innanzi tutto con la scolarizzazionedell’infanzia attraverso gli asili nido e le scuole materne, premessa ineludibile di tutto il futuro percorso formativo,strutture allora del tutto inesistenti e ignorate come purtroppo succedeancora oggi non solo a Caivano ma in buona parte del territorio nazionale.

Cercare di affrontare il degrado sociale, sempre più diffuso, senzal’atto educativo, per la sana formazione del cittadino fin dall’infanzia, significa prendersi in giro come hanno fatto tutti i Governi di ieri e di oggi, di ogni colore politico: di Sinistra, di Destra, di Centro o neutro.

Ebbene, questa necessità di formare il buon cittadino fin dall’infanzia, ad Acri, sperduto agglomerato urbano fra i monti della Sila, era avvertita non solo dalla famiglia Pancaro-Greco ma anche da altri spiriti eletti come la famiglia dei conti Giannone, nella quale un figlio ingegnere, con la propria eredità, aprì nei primi del Novecento, appunto, un meraviglioso asilo, dove anch’io, figlio del popolo minuto, fui accolto; di quella medesima famiglia un’altra figlia, Donna Assunta, ‘a signurinella’, da nubile, con un’altra fetta di eredità,aprì un altro rifugio, dove accolse numerose orfanelle, che fece studiare assicurando loro un futuro ben diverso da quello cui erano destinate.

A queste figure esemplari la classe politica di sempre non ha inteso dedicare nemmeno una strada, un vicolo, e la collettività in fretta ha dimenticato tutto, finanche il nome dei propri nonni!

Ma pazienza, qualcuno mi ricorda però che tutto questo è avvenuto in tutta la nazione, e questo dovrebbe essere una consolazione!

Vincenzo Rizzuto

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