Inizi

Oggi ufficialmente si apre l’anno scolastico. Sarà un anno di importanti novità. Il mio augurio ed un forte ringraziamento vanno innanzitutto al personale della scuola il cui ruolo è fondamentale per il futuro dei nostri giovani. Un pensiero particolare per gli studenti che nella scuola costruiscono le basi della loro vita. E infine l’auspicio che nelle aule si affermi la cultura del rispetto, dell’impegno e della solidarietà, per una scuola faro e motore dello sviluppo della società Così ieri si è espresso il Ministro Valditara. Una retorica nota e ormai affievolita, utile per ogni inizio di anno scolastico. 

Intanto molti docenti precari (più di 225 mila) attendono destinazioni, spesso dal sud con la valigia pronta in attesa di una telefonata per un incarico annuale e una vita incerta. I più fortunati, quelli che hanno una cattedra, sono tra i peggio retribuiti in Occidente. Gli altri possono essere costretti a fare centinaia di chilometri per una supplenza. Il ministero promette incentivi ai meritevoli, ma tutti alla fine guadagnano una miseria (questa la sintesi di una inchiesta dell’Espresso del maggio scorso). 

Molti studenti si preparano a rientrare nella routine di scuole inadatte e vetuste, alcuni non conoscono ancora il sito certo dove trascorreranno l’anno scolastico (ad Acri, ad esempio, è di questi giorni la diatriba tra scuola e famiglie sulla destinazione degli alunni della scuola elementare che saranno divisi tra la scuola del quartiere Padia e la scuola media Francesco Maria Greco in attesa del completamento dei lavori di ristrutturazione del sito della scuola elementare fuori uso da almeno 4 anni. Tutto questo a discapito di socializzazione, di vita attiva piena a scuola, assenza di mense, palestre, biblioteche (una scuola priva della qualità di partenza che non può produrre qualità in uscita).

Il covid è alle spalle (per fortuna) ma ha lasciato una scia di comportamenti che puntano tutto sulla sicurezza e le regole e poco sulla partecipazione e la vita attiva della scuola. 

L’autonomia scolastica consente inizi scaglionati, le regioni si accordano per un inizio che varia tra l’11 e il 15 di settembre, molta enfasi sul calendario meno sulla ricchezza della vita scolastica. 

Le questioni di sempre che si riproducono non cambiano. Tre questioni restano centrali nella scuola italiana.  La prima è segregazione sociale e abitativa che porta ragazzi che vivono a pochi isolati di distanza a crescere in mondi paralleli per opportunità educative, ricreative e di sviluppo. L’aumento delle disuguaglianze affonda le radici nell’aumento della povertà assoluta dei bambini, concentrata in alcune aree e tra le famiglie di origine straniera, ma anche su un modello scolastico ed un sistema di istruzione che non riesce più a bilanciare la diversa provenienza socio-economica e culturale degli studenti. La seconda questioneche più si manifesta nelle grandi città è la segregazione scolastica (scuole e classi ghetto).  Assistiamo a livelli di segregazione etnica all’interno delle scuole e nei territori. Le scuole sono molto più polarizzate rispetto ai quartieri: in quartieri caratterizzati da forte presenza di immigrati, l’80% dei bambini italiani si sposta verso il centro o verso scuole private e abbandona il proprio bacino scolastico d’utenza. La terza questione riguarda la concentrazione in alcuni territori o in alcune singole scuoledella povertà educativa, qui bambini e adolescenti hanno scarse opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire talenti e aspirazioni.

La scuola è la base della vita civile e dove questa fallisce a fallire è la base della struttura sociale. L’estate è stata funestata da cronache dell’orrore di violenza sui minori, quartieri e città violente, mafiose e criminali divengono teatro di tragedie quotidiane di cui quasi non si riesce a parlare. 

L’Italia dei paesi e dei piccoli centri (7901 censiti a inizio anno) è l’Italia delle mille incertezze e timori. Lo sforzo consapevole e vitale dei molti docenti e dirigenti potrebbe fare la differenza. 

Buon inizio a tutte e tutti. 

Assunta Viteritti

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