Angelo Minisci, artista dell’anima

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Sabato 12 Agosto 2023, alle ore 18.00, al Maca (Museo Arte Contemporanea Acri) è stata inaugurata la personale di Angelo Minisci “Mettere a Dimora” promossa da HortusAcri e dal Comitato di Gestione del Maca con il patrocinio del Comune di Acri. L’artista, originario di Acri (CS), vive e lavora a Firenze. Esercita attività di progettazione nel settore del design ed è docente presso diverse scuole legate a tale disciplina. È Coordinatore e Direttore del Dipartimento di Design della LABA (Libera Accademia Firenze), ha svolto attività di ricerca e progettazione in questo campo per società che si occupano di sviluppo del trasferimento tecnologico alle imprese dell’artigianato.

Membro di HortusAcri, Laboratorio di Resilienza, e di “Ad Arte”, collabora con riviste di design, arte e artigianato. Angelo Minisci, nel presentare la mostra, ha affermato che fare design significa progettare, dare una forma al pensiero, e che il designer ha il compito di rendere visibile l’invisibile. Inoltre, ha precisato che “Mettere a Dimora” è un progetto che l’associazione ArtusAcri ha sostenuto e che è un lavoro promiscuo: di pittura, acquerelli, scrittura, immagini, senso dei luoghi, identità e consapevolezza delle proprie origini.

È un racconto autobiografico, frutto dell’esperienza degli ultimi venti anni della vita dell’artista, una sorta di diario, con metafore, riflessioni e sensazioni. Si parte dall’io presente, per giungere alla fine, cioè alla morte, con un ritorno alla spiritualità.

Si tratta di brevi atti, come quelli teatrali, con piccole scene che riguardano il tema liturgico della grazia ricevuta, il tema del pane di ieri che è anche una riflessione sul valore e il rispetto del cibo da conservare, in una realtà in cui non si buttava nulla; il tema della natura; quello della multietnica civiltà globale: con citazioni legate alla produzione di importanti poeti tra cui Dino Campana.

Naturalmente la mostra, in cui ogni oggetto è una storia a sé, va visitata per capire la reale importanza del passato. Ciò che più conta è tenere viva la memoria dei nostri avi per poterci riappropriare delle nostre radici e far sì che le tradizioni vengano mantenute e continuino ad essere fonte di benessere e salute.

Anna Maria Algieri

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