Acri: il mio paese

Come da  parecchi anni avviene, faccio ritorno nella mia Acri. Il legame è profondo. Vivo altrove  da tempo ormai (per scelta, per necessità, non so), ciò che  intravvedo dalle ultime curve è un insieme di sensazioni belle, osservo quella forma spettacolare in cui e disposta la città.

E’ come se attendesse con ansia il ritorno di ogni suo figlio lontano,  perché  e questo che sono, un figlio di questa terra! Ho ancora nella testa la vita frenetica delle  grandi città del Nord o i  viaggi di lavoro all’estero, mentre il mio cuore  gioisce per essere giunto a destinazione,  dove lo scorrere del tempo  si trasforma improvvisamente.

Ho la netta sensazione che il tempo rallenti quasi fino a fermarsi.  Non il vil denaro, non la fretta di rientrare dopo una giornata di lavoro,  altrimenti rimango incastrato nel traffico, da adesso non guardo più l’orologio, non serve!

Qui un minuto o un’ora passata  non è tempo perso, ma guadagnato, con la speranza che rallenti così tanto da permettermi di fare tutte le cose che mi sono proposto di fare.
Come sempre, la prima visita è per i congiunti e familiari rimasti, dopo di che mi dirigo senza indugi a Padia: e là che sono nato ed è là che una forza invisibile mi spinge ad andare, dirò come sempre che Padia è Padia (perché in fondo un po’ di sano campanile non guasta), che ciò che si fa a Padia non si fa negli altri  rioni,  è una  opinione personale o magari è veramente così: non importa!

Come da parecchi anni sono presente, per devozione alla  processione della Vergine  Assunta, che esce ogni 14 agosto dalla Chiesa di Santa Maria Maggiore, solo che questa volta è diverso!

Parlando con Don Giampiero, lo scorso anno gli era stato proposto di affiancare un gruppetto di suonatori tradizionali (cosa che avviene normalmente in molti paesi della Calabria) alla banda cittadina  che,  come tradizione vuole, accompagna la Processione,  e così è stato!

Il gruppetto dei suonatori tradizionali (tra  cui il sottoscritto ) si è accodato intonando canti e suoni in onore a Maria, accompagnandola per tutto il tragitto e alternandosi alla banda. Nel passato, essendo  stato  nel mondo della musica tradizionale, avevo già accompagnato altre processioni nei vari paesi della Regione, ma averlo fatto nel mio paese tra la gente che mi conosce e mi vuole bene, e a  cui voglio bene, è stata  un’emozione unica!

Insieme agli altri suonatori ci accorgiamo che la cosa piace alla gente  che segue la processione: diamine! Non si era mai vista ad Acri una cosa del genere! Abituati alla banda  da generazioni, vedere un gruppetto di persone che suona e canta per la Vergine. al di là della sorpresa iniziale, è sembrato a molti una collocazione naturale in un contesto religioso. Risultato finale? Lo rifaremo l’anno prossimo (e magari  saranno ancora di più i suonatori).

A vacanze finite, ritornerò ancora a vedere e vivere lo scorrere del tempo inesorabile delle grandi città del Nord, ma so  che poi verrà di nuovo un giorno in cui il tempo rallenterà e sarò lì, insieme alla mia gente,  a parlare di cose semplici, e di sogni impossibili da realizzare altrove; grazie Acri, sei e sarai sempre il “mio paese”.

Umile  Franco Servidio

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