Foxy lady

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Al mare ci sono proprio tutti.

“Fa troppo caldo in città, un’afa che si soffoca” lamenta Foxy Lady in prima fila, rivolgendosi all’amica, bionda non per casualità biologica ma per accanimento. Alla moglie del dottorone non piace passare inosservata, e nonostante il parrucchiere abbia provato a dissuaderla da quel colore carota, orientandola verso una tintura meno aggressiva che meglio si addiceva al viso maturo, lei testarda ha voluto essere tinta di questo imbarazzante colore. E ne va fiera, tanto è vero che se lo guarda continuamente mentre si specchia per sistemare l’ombretto. La testa arancione non è l’unica stravaganza della donna, che malgrado le tette avvizzite non rinuncia a far cadere in mezzo un filo lunghissimo di perle finte. Tanto contenta Foxy Lady, perfino tenera nella sua insostenibile corsa a lanciare l’ultimo ormone nello spazio dell’erotismo. “La lanciatrice dell’ultimo ormone” potrebbe essere il titolo di un cortometraggio senza troppe pretese.

Infinita è la bizzarria umana, come la libertà.

Parla a ciclo continuo come le stampanti di una volta, nessuna pausa in questa incontinenza verbale, nemmeno l’incidentello di un seme molesto di anguria fra i denti che forse la costringerebbe ad una pausa. Un’anguria non troppo buona, riferisce all’amica bionda che finge di interessarsi a queste sciocchezze, in realtà chatta con aria ispirata con qualche uomo, a giudicare da quel classico sorriso che illumina le donne innamorate. Incatenata dall’amore, la bionda Pamela, classe 1980 o giù di lì, figlia dell’amore profano e televisivo.

Foxy Lady, non trovando alcuna soddisfazione alla sua frivola vivacità presso l’amica, volge civettuola la nuvola di carota verso il marito cercando di coinvolgerlo in questo diluvio verbale, ma l’uomo rilassato e sereno guarda il mare, riluttante a compiere qualsiasi sforzo, non legge nemmeno il quotidiano aperto sulle ginocchia. Finalmente una giornata di riposo dopo i turni massacranti in ospedale. Sembra contento e vorrebbe che la moglie tacesse. E pensare che da giovane era timida e parlava poco, la maternità purtroppo le aveva aperto le corde vocali e rovinato l’area di Broca.

Ed era bella.

Un leggero velo di malinconia lo assale. Ora non la sopporta più, desidera soltanto un salutare sorso di silenzio.

L’uomo ama i bambini tanto è vero che quando una piccina riccioluta dal costumino azzurro saetta contro il quotidiano, risoluto lo chiude e si mette a giocare con la deliziosa creatura sorprendentemente indipendente per questa età.

“Non seguirmi” urla determinata al nonno che la controlla. La madre offre al solleone un pancione ottavo mese che la costringe al lettino. Ha un viso molto bello, somiglia vagamente alla Saffo di Leighton, stesa languidamente accanto al marito, più tatuato di una carta geografica. Un bel ragazzo, palestrato il giusto, malgrado i tatuaggi astrologici di dubbia bellezza. La bimba miete corteggiatori, dall’urlatore “Cocco bello, cocco fresco” che le regala un pezzetto di cocco, a Peppino, un adolescente assai nutrito e abbronzato, al quale la sola folle cura materna può comprare, dopo due pezzi di margherita e un tubo di patatine, una ciambella. Una grande ciambella unta quasi quanto Foxy Lady, che oramai ha consumato l’intera confezione di olio. Sembra una triglia pronta da friggere.

“Fritto misto, sì stasera ci vorrebbe proprio un bel fritto crepitante accompagnato da un vinello rosato, ché il bianco mi fa venire mal di testa con tutti quei solfiti” propone il dottorone. “Andiamo in quel ristorante vicino al porto, si mangia proprio bene, il cuoco è un mio paziente, te l’ho detto no?”

“Eh ma che seccatura tutti sti marocchini, ha ragione Salvini, perché non se ne tornano a casa loro?”, inveisce con disprezzo e tono nasale la moglie, infastidita da un ambulante che le offre delle collane di corallo bamboo.

Ma il marocchino che in realtà è un indonesiano dagli occhi pieni di miele, ha un apparato mentale più completo ed evoluto della donna, perciò sorride e si allontana in direzione di una donna molto alta che gli compra accendini malgrado non fumi, braccialettini malgrado sia allergica.

Intanto il sole al tramonto sparge luce albicocca sul mare, sulle risaie e sulla Piana fondata dagli Achei del Peloponneso.

Il rito pacificante della domenica al mare è compiuto.

Aurora Luzzi

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