Lettera aperta all’onorevole Piero Fassino

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Egregio onorevole, abbiamo appreso con stupore e meraviglia del suo voto contrario alla Camera, lo scorso due agosto, sulla proroga del taglio dei vitalizi e sul calcolo dell’ indennità per i deputati col sistema contributivo, a differenza di quanto avveniva prima (retributivo), e come d’altra parte avviene per la generalità dei lavoratori.

La proroga è stata proposta, manco a dirlo, da Fratelli d’Italia e approvata a larghissima maggioranza, 240 si contro cinque no. Lei ha motivato il suo voto contrario, argomentando di essere contro ad un atto populista e demagogico. Egregio onorevole, vorremmo rispettosamente farle osservare che, nel concreto, lei ha votato per il mantenimento di uno stato di privilegio della casta, che prevede un vitalizio dopo solo cinque anni di legislatura e calcolato col sistema retributivo.

Ciò che nella passata legislatura si era tentato di fare era abolire questo privilegio, che rappresenta uno schiaffo nei confronti della generalità dei lavoratori, costretti ad andare in pensione dopo quasi 43 anni di contribuzione e col calcolo contributivo. Indipendentemente dai numeri coinvolti in questo tipo di privilegio, capisce bene che votare per il mantenimento è uno schiaffo nei confronti di quel mondo del lavoro che lei dovrebbe rappresentare e dal quale, invece, come movimento, vi siete da un pezzo allontanati.

Come pensa di motivare questo voto contrario di fronte a quello che dovrebbe essere la base del suo elettorato? Pensa davvero di convincere i lavoratori delle catene di montaggio che sia giusto che loro vadano in pensione dopo 43 anni a poco più di 1000 € al mese mentre un deputato ne prende almeno cinque volte tanto dopo solo cinque anni di legislatura e con un calcolo completamente retributivo? Che cosa ne pensa il suo Segretario di partito di questo voto contrario? Qual è la posizione del PD di fronte al mantenimento di questo tipo di privilegi? L’astensione decisiva al Senato su un provvedimento simile da parte del PD legittima la convinzione da parte nostra che il Partito Democratico sia favorevole al mantenimento di quello che appare come un palese privilegio. Le sembra giusto che chi fa le regole del gioco ne faccia alcune a parte per se stesso? Pretendere che le regole siano universali per lei  è populismo e demagogia?

Atteggiamenti come quello che lei ha assunto oggi contribuiscono ad allontanare quella parte di elettorato che un tempo rappresentava la forza del movimento che lei rappresenta. Un movimento che ambiva al 40% dell’elettorato attivo e che oggi, nonostante il cambio di segreteria, rimane ampiamente sotto il 20%. Certo la posizione che lei ha assunto oggi pesa non poco nella creazione di quel solco che ha contribuito e contribuisce sempre di più a separare il partito democratico dal mondo del lavoro.

Definire demagogico e populista un provvedimento che mira a togliere alla classe politica dei privilegi del tutto ingiustificati, è un qualcosa che non si può sentire. Personalmente il Partito Democratico non ci ha mai convinto per le enormi contraddizioni che si è sempre portato dietro e che in tempi recenti sono prepotentemente esplose. Oggi più che mai ci sentiamo di ribadire la nostra estraneità di fronte a posizioni ed atteggiamenti che ci rifiutiamo  di etichettare.

Distinti saluti, Massimo Conocchia

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Una risposta

  1. vincenzo rizzuto ha detto:

    Caro Massimo,
    non te la prendere più di tanto, l’ideologia dominante di queste mezze calze è da sempre
    separata dal mondo di chi lavora, la loro preoccupazione e occupazione è da semore mirata
    al proprio tornaconto; ognuno di questi gattopardi ha utilizzato l’armamentario politico, di destra e di sinistra, per coltivare il proprio orticello, ragazzi prodigio, che di volta in volta hanno utlizzato quella poco intelligenza volpina di cui sono dotati per crearsi nicchie di privileggi a spese delle masse. Tutto questo però non deve indurci a rinunciare alla nostra identità trasformandoci in pecore continuamente tosate. Un abbraccio, vincenzo

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