L’ospedale e il gioco delle tre carte

È chiaro che anche questa volta sulla questione Ospedale di Acri si sta facendo il gioco delle tre carte.

Dopo l’ulteriore taglio prospettato dalla riorganizzazione della sanità, pensata dal commissario Occhiuto, sarebbe stato logico un moto di dissenso compatto di tutta la cittadinanza.

Ma così non è stato, purtroppo!

Bisogna riconoscere che ancora una volta siamo divisi e su posizioni diverse.

I cittadini sembrano ormai rassegnati a non avere più un ospedale pienamente funzionante.

Il sindaco protesta solo per il taglio dei sei posti letto, rinvia a settembre il ricorso al Tar e posticipa anche il consiglio comunale aperto.

Non converrebbe incalzare il commissario Occhiuto già da subito per ottenere quello che ci serve?

I consiglieri comunali di maggioranza e di minoranza vanno in ordine sparso.

Chi si affida all’intervento di Occhiuto, chi protesta solo per il taglio dei posti letto e chi non si pronuncia affatto.

Noi del Comitato crediamo che ad Acri sia stato tolto molto di più di 6 posti letto e che la città, con a capo il sindaco, potrebbe e dovrebbe denunciare questa cosa.

Caro sindaco e cari consiglieri, affidarsi alla bontà del Commissario Occhiuto o avere una sentenza positiva del Tar per recuperare solo i 6 posti letto sarebbe una vittoria di Pirro.

Infatti, se oggi, pur avendo i 6 posti letto, l’ospedale non riesce comunque a garantire i servizi necessari alla città, certamente non riuscirà a farlo neppure domani .

È necessaria una svolta concreta. Bisogna dare più funzioni all’ospedale e far funzionare a regime quello che già c’è.

Purtroppo, dobbiamo dire che oggi l’ospedale garantisce davvero poco alla salute dei cittadini e anche quel poco è solo merito di operatori seri e responsabili.

Ad Acri ed in Calabria, come è ormai affermato da tutti, non sono garantiti i Livelli Essenziali di Assistenza.

Ambulanze senza medici, Pronti Soccorso saturi e senza personale ( del nostro Pronto Soccorso nemmeno si parla nella nuova riorganizzazione).

È caduta anche l’illusione che con il PNRR si possano realizzare le case della salute ( ammesso che servano a qualcosa).

Possiamo stare zitti? NO.

Non ci dobbiamo e non ci possiamo accontentare , dobbiamo chiedere più.

Tutti sanno infatti che:

– il nostro Ospedale è fornito di due sale operatorie, oggi non utilizzate, ma ancora efficienti, funzionanti e moderne tecnologie , così come evidenziato solo qualche mese fa dai sopralluoghi politici e tecnici che si sono avvicendati.

Non è forse Il loro mancato utilizzo uno spreco di denaro pubblico?

– In servizio presso il nostro Ospedale risultano esserci Chirurghi, Infermieri e anche Anestesisti:

perché non utilizzarli per le loro mansioni, affiancandogli il personale mancante, per rendere nuovamente operativo il reparto di chirurgia ( acuti compresi), oggi sottodimensionato ed inattivo ?

– Nell’ospedale ci sono Tac, Risonanza, strumentazione per RX che consumano energia ma sono sottoutilizzati in quanto riservati ai soli pazienti interni.

– c’e il laboratorio di analisi, ma al momento le prestazioni erogate sono minime.

Perché gli acresi devono rivolgersi altrove – magari a strutture convenzionate – e non possono usare questi servizi nell’ospedale che c’è in loco? Non è forse spreco di denaro pubblico e incuranza ai danni degli ammalati e dei loro familiari?

– Acri non ha strade a scorrimento veloce adatte a raggiungere con facilità gli ospedali più attrezzati (Cosenza, Rossano o Castrovillari).

Non hanno gli acresi lo stesso diritto di curarsi che hanno gli altri cittadini?

Noi siamo convinti che nessun commissario alla sanità e nessun magistrato possa bocciare una proposta di migliore utilizzo delle risorse pubbliche già esistenti – e dunque senza aggravio per le casse dello Stato.

Al Sindaco Pino Capalbo, al Consiglio Comunale di Acri, ai sindaci dei comuni vicini chiediamo di unirsi e convergere sulla nostra proposta.

Acri, vista la sua particolarità di paese di montagna senza viabilità scorrimento veloce , potrebbe chiedere ed ottenere di essere un’ospedale che, comunque si voglia denominare, risponda alle reali esigenze della città e utilizzi al meglio le proprie risorse.

Quindi, se ricorso al Tar deve essere, noi crediamo che non debba riguardare i soli 6 posti letto persi, bensì debba mirare ad ottenere quello che ci spetta.

Noi non ci arrenderemo finché gli organismi preposti ( Sindaco, Consiglio Comunale, Commissario Occhiuto, Procura della Repubblica) non si decideranno a prendere atto del fatto che, non far funzionare appieno il nostro Ospedale significa sperperare denaro pubblico e non riconoscere ai cittadini acresi il pieno diritto alla salute.

Comitato“Uniti per l’ospedale “Sant’Angelo d’Acri”

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