La terra brucia e continuerà a bruciare

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In questi ultimi giorni non c’è Paese affacciato sul Mediterraneo che non sia stato devastato dal fuoco.

Oramai il fenomeno è diventato sistematico e rappresenta l’espressione tangibile del cambiamento climatico che sta attraversando il Pianeta.

Senza il forte aumento della temperature eventi catastrofici come quelli avvenuti in Italia, Algeria, Spagna, Portogallo, fino in Croazia e Turchia, non avrebbero avuto la portata che li ha caratterizzati,  riducendo di molto i danni ambientali ed umani, quest’ultimi in termini di sfollati e morti.

Secondo gli scienziati del gruppo World Weather Attribution non ci sono dubbi: in assenza del cambiamento climatico provocato dall’attività umana, l’ondata di calore che quest’estate ha colpito sud Europa, nord America e Cina sarebbe stata molto meno probabile. “Questi eventi di calore sarebbero stati estremamente rari. In Cina ci sarebbe stato un simile evento in 250 anni, mentre il calore massimo registrato a Luglio 2023 sarebbe stato virtualmente impossibile nella regioni degli Stati Uniti e del Messico e in quella dell’Europa del sud, se gli essere umani non avessero riscaldato il pianeta bruciando combustibili fossili”.

Eppure, i drammatici effetti provocati dalle ondate di calore di quest’estate sono il risultato di un aumento della temperatura di soli 1,2°C rispetto ai livelli pre-industriali.

Gli scienziati sono quindi concordi: andrà ancora peggio, anche se i Paesi riescono a tagliare le loro emissioni di gas che alterano il clima.

Al momento, secondo l’ultimo rapporto pubblicato lo scorso marzo dagli scienziati dell’IPCC, il gruppo di esperti delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico, siamo sulla buona strada per un riscaldamento globale da 3,2°C nel 2100.

Il messaggio della scienza quindi è chiaro: ora o mai più.

A novembre si terrà la ventottesima conferenza del clima, COP 28, negli Emirati Arabi Uniti e in quella sede i leader mondiali saranno tenuti a dare risposte immediate e di lungo termine al  problema.

Il Sultano Al Jaber ha proposto il suo piano di azione e tra i punti più discussi, che potrebbe creare serie difficoltà alla riuscita della conferenza, vi è quello di portare al tavolo di lavoro i maggiori produttori di gas e petrolio per cercare di imporre loro una riduzione consistente delle emissioni.

Su questo passaggio si giocherà la riuscita del summit, consapevoli del fatto che vi saranno inevitabili ostruzionismi da parte dei produttori.

Una nota locale.

Anche quest’anno il nostro territorio comunale è stato colpito da devastanti incendi.

É chiaro che dietro questi fatti vi è la mano di qualche criminale, che ci auguriamo prima o poi venga consegnato alla giustizia.

Ma è altrettanto chiaro che se si vorrà in futuro scongiurare disastri del genere, bisognerà impostare serie politiche di prevenzione e controllo del territorio, investendo in risorse tecnologiche ed umane.

Il quadro generale di riferimento è oramai stabile, e non considerare che le alte temperature e la mano delle ecomafie sono e saranno delle costanti nel tempo, sarebbe un errore imperdonabile in vista del contenimento e della soluzione del problema.

Angelo Montalto

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