Carta e penna
Scrivere a mano rende più bravi. Così, in sintesi, afferma unrecente rapporto di ricerca della Fondazione Einaudi che riassume le principali ricerche scientifiche nazionali e internazionali sul tema e sembrerebbe che a scuola la carta rimane il medium da preferire. È però anche certo che gli strumenti digitali offronomolte opportunità ma quella che è una inarrestabile ascesa non è priva di ombre.
Dal rapporto Einaudi emerge che gli effetti critici dell’uso degli strumenti digitali sono molteplici: aumento della miopia, atteggiamenti scoliotici, crescente difficoltà nella motricità, crescente e diffusa incapacità di comprensione dei testi, deficit di empatia e difficoltà nel distinguere i fatti dalle opinioni.Sembrerebbe una catastrofe! Ma, come sappiamo bene, attorno a queste questioni molto animate e polarizzate ci sono le controversie: accanto a un neuroscienziato che mette in allerta sui rischi del digitale un altro è pronto ad affermare che non dobbiamo avere paura del cambiamento digitale, anche se questo porterà a un diverso modo di funzionare dei nostri neuroni.
Con la scrittura prima e con la stampa poi, l’umano è riuscito a liberarsi dall’impegno mnemonico, aprendo allo sviluppo del pensiero analogico e deduttivo ma in questa traiettoria dall’analogico al digitale trasformazioni più profonde emergono.
È un declino o la prima fase di un grande cambiamento? Vi sono nazioni, come la Germania, che stanno andato verso l’idea didotare di sistemi wireless tutte le classi assegnando un computer a ogni studente e subito si sono sollevate molte critiche. Guardando al piano internazionale anche ì risultati dell’ultima indagine triennale PISA, con cui vengono valutate conoscenze e competenze degli studenti di quindici anni provenienti da 79 diversi Paesi ed economie – essenziali per la loro piena partecipazione alla società – riflettono questa stessapreoccupazione. L’Italia, relativamente alla lettura (che è compagna della scrittura), ha raggiunto un punteggio inferiore alla media OCSE, posizionandosi al di sotto della media dei partner europei come Francia, Germania, Paesi Bassi, Polonia, Svezia e Regno Unito. Leggiamo poco, scriviamo male, capiamo poco i testi complessi (anche tra i maturandi si nota questa difficoltà).
Come un Giano bifronte, il dio latino raffigurato con due volti, si contendono due visioni, una guarda al futuro e uno al passato. Stiamo andando lontano dal mondo della penna e della carta? Forse. Stiamo andando verso un mondo digitale che facilita molto ma che mostra rilevanti criticità? Forse. Siamo in un guado, stiamo lasciando il mondo di prima e quello di dopo ci scorre nelle mani.
Non c’è una risposta facile. Nel dubbio una penna e un block-notes meglio averli sempre a portata di mano, magari accanto al computer per prendere appunti e per non disimparare a scrivere. Il bel diario di una volta potrebbe aiutare. Di diari, è colmo il mondo della grande letteratura. Chissà come saranno i diari di domani.Carta e penna sono comunque alleati da non abbandonare
Assunta Viteritti